I movimenti del No: dal No Vax al No Ttip

 
 
di Raffaella Milandri
 
 
Oggi sono ormai numerosi i movimenti e comitati del No: No Tav, No Tap, No Vax, No TTIP, No Muos, No CSS, No Ius Soli, No Jobs Act etc etc Siamo alla protesta globale? E’ l’era del negativismo? L’essere propositivi e l’andare avanti è stato sopraffatto da chi si oppone al “progresso”? Attenzione, non è così. Indubbiamente i movimenti del No stanno a sottolineare sempre più la differenza tra un “noi” e un “loro”, tra i cittadini –o alcuni cittadini- e chi governa -o chi si fa governare da altri -, e testimoniano una profonda insofferenza verso Governi nazionali e sovranazionali, i quali impongono sempre più il proprio volere allontanandosi da un “popolo” la cui manifestazione di massa oggi si esprime con un astensionismo pressochè senza precedenti. Il popolo si ritiene vittima di una, mille, centomila ingiustizie. Le decisioni politiche sono diventate decisioni sociali: immediatamente le singole persone vengono toccate nella loro vita privata da leggi e decreti che nella maggior parte dei casi non portano benefici ma imposizioni, che perdono di vista l’obiettivo del famoso “bene comune”. Questi “indignados” dei movimenti del No vengono poi dipinti dai media come populisti, nemici della crescita del PIL, retrogradi difensori di un proprio territorio decisionale. In tutto questo, noi italiani vediamo sempre più sfuggire una sovranità nazionale a fronte di una Europa matrigna, che tuona diktat e fa imposizioni sul mercato, sui migranti, sulle posizioni internazionali. La gestione dei migranti è fallimentare. Se Juncker dice che noi italiani e greci siamo degli eroi – non vi suona come una presa per i fondelli?- dall’altro la Merkel ci dice come dobbiamo comportarci, ma il fatto rimane: siamo in balia delle onde, completamente esautorati e senza voce in capitolo. I movimenti del No sono in aumento: il senso di impotenza e di incolmabile lontananza dall’avere una voce, dall’essere rappresentate, porta molte persone alla esasperazione. I No Vax vengono dipinti come trogloditi incapaci di fare i genitori. Sarà vero? I No Tap, come nostalgici che ignorano che gli ulivi possono essere espiantati. Suona strano. I No Tav? Persone violente, teppisti. I No TTIP? Non capiscono nulla del mercato globale. Io invece direi che, di questi tempi, minimizzare e svilire è pericoloso. I movimenti del No sono in crescita, tentacolari nei loro diversi scopi ma unanimi nel manifestare un dissenso verso chi governa, tra l’altro, con percentuali di consenso sempre più risicate. La realtà è che la propensione a scendere in piazza a protestare, non ultimi i terremotati vilipesi e dimenticati, sta aumentando. Le carte vengono mischiate, molti cittadini perdono la bussola. E ne hanno ben donde, se ci si interroga sul famoso esito del referendum sull’acqua pubblica, che ha visto un voto di 26 milioni di italiani diventare del tutto inutile. Diceva Gramsci : “La buona politica è connessione sentimentale tra governanti e popolo”. Bene, più che avere sentimenti, qui siamo separati in casa.
Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti. (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Articolo 21, 1948)
 
 
 
 
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