dalla Regione Marche
2017-08-31
Stagione venatoria 2017, l’assessore Pieroni fa il punto sull’apertura della caccia e sulle novità in materia programmatoria
Equilibrio e condivisione con tutto il sistema venatorio, ambientalista e agricolo, a salvaguardia del territorio regionale: nell’imminenza dell’apertura della stagione venatoria 2017/18, l’assessore alla Caccia, Moreno Pieroni ha illustrato il calendario e le novità, il piano faunistico venatorio regionale e lo statuto unico degli ambiti territoriali di caccia (ATC), braccio operativo della Regione Marche.
Il calendario venatorio “è stato riconosciuto come il migliore in Italia per la sua strutturazione equilibrata” ha anticipato Pieroni. “La Regione aveva già previsto un orario ridotto per un totale di ore complessive inferiore e con un periodo di riposo nelle ore centrali, quelle più calde, importantissimo per molte specie. Questo a testimonianza dell’attenzione della Regione nel rispetto di un prelievo sostenibile e coerente con la normativa”. Il calendario è la sintesi di un documento unitario proposto dalle associazioni venatorie: apertura generale il 17 settembre, si conclude il 26 novembre, le preaperture sono previste per il 2,3,6,9,10,11,13 settembre per alcune specie. La caccia al cinghiale inizia intorno alla metà di ottobre come da calendario.
Il Piano Faunistico Venatorio viene per la prima volta elaborato dalla Regione Marche a seguito del trasferimento delle competenze in materia di fauna e caccia dalle Provincie alla Regione. “Uno strumento di fondamentale importanza – ha detto Pieroni – per avviare una nuova programmazione quinquennale su tutto il territorio regionale. L’obiettivo è di tutelare e incrementare la fauna attraverso un prelievo venatorio sostenibile, nel rispetto delle attività agricole ed ambientaliste. Verrà definita la pianificazione di tutti gli istituti faunistici, verranno individuate modalità omogenee di gestione faunistico-venatoria, nel rispetto delle consuetudini locali, verranno poste le basi per definire scelte future in rapporto alle conoscenze e ai dati raccolti con metodi scientifici”. Il processo di elaborazione ed approvazione del Piano verrà supportato da funzionari e tecnici qualificati e la collaborazione e il coinvolgimento di tutte le categorie interessate quali Ambiti Territoriali di Caccia, Associazioni Venatorie, Associazioni Agricole e Associazioni Ambientaliste, oltre agli Enti locali. “Dall’analisi delle informazioni si procederà a definire la nuova programmazione attraverso un percorso partecipativo. Il Piano sarà accompagnato dal Rapporto Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica (D.Lgs. 152/2006) che conterrà la Valutazione di Incidenza (D.P.R. 357/97), per garantire un adeguato livello di tutela dei beni naturali in particolare nelle aree della Rete Natura 2000. Per realizzare il Piano Faunistico Venatorio, accompagnato dal Rapporto Ambientale, la Regione ha già avviato la procedura individuando l’adeguata copertura finanziaria. Il fine è di poter disporre del nuovo Piano entro un anno e mezzo circa quale avvio di una nuova e qualificante fase di gestione faunistica per un prelievo venatorio sostenibile e gratificante, rispettoso della tutela della natura e delle produzioni agricole” ha dichiarato l’assessore.
Al via poi la proposta di Statuto unico regionale per gli Ambiti Territoriali di Caccia. Atto auspicato da tempo e “necessario in seguito al passaggio delle competenze dalle Province alla Regione riducendo gli interlocutori in un’ottica di maggiore efficacia e operatività, con il target fondamentale di uniformare e gestire in sintonia la caccia” chiarisce Pieroni. L’obiettivo è fornire agli AATTCC una traccia comune su cui fondare i propri statuti ed assicurare le stesse modalità di funzionamento degli organi definendo le competenze e le responsabilità. “La nostra proposta di Statuto – spiega – definisce in modo chiaro gli scopi dell’Associazione e la sua durata, descrivendo gli organismi sociali, le loro elezioni e le modalità di funzionamento. Allo stesso tempo sono garantite le procedure essenziali per la partecipazione, la sostituzione o la revoca dei relativi membri cercando di salvaguardare le effettive rappresentanze che operano sul territorio. Un vero e proprio tessuto operativo riconoscibile in ogni parte della regione non solo da chi opera ma anche dai singoli cacciatori, agricoltori o ambientalisti che normalmente e quotidianamente si interfacciano con noi e con gli Ambiti Territoriali di caccia. Ora, dopo un imminente confronto con gli aattcc, la parola passerà alla Giunta che, sentita la Commissione consiliare, approverà questo importante documento in tempi brevi: l’iter si conclude entro il 2017”.
CENTRI PER L’IMPIEGO: AL VIA LA RIORGANIZZAZIONE
Assessore Bravi: “Migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi”
“Migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi territoriali pubblici per l’impiego semplificando e uniformando le procedure amministrative; garantire l’uguaglianza e l’imparzialità di trattamento attraverso l’applicazione di standard uniformi di servizio; promuovere un rapporto continuo e strutturato, omogeneo a livello regionale, tra le categorie del mercato del lavoro, le scuole e le università”.
Sono le tre priorità, al fine della revisione organizzativa, indicate oggi nel corso della riunione con i referenti dei 13 centri per l’impiego dall’assessore al Lavoro, alla formazione e all’istruzione Loretta Bravi. L’incontro fa seguito a quelli realizzati dall’assessore nel corso dell’anno in tutte le sedi territoriali e a quelli con le parti sociali. Le visite e il confronto diretto con gli operatori e gli utenti oltre all’entrata in vigore del decreto legislativo 150/2015 (passaggio di competenze dalle Province alla Regione) hanno infatti fatto emergere la necessità di una revisione della governance.
“Il traghettamento è complesso – ha detto l’assessore – come ho ribadito anche ai tavoli nazionali. Dobbiamo agire tenendo in considerazione quattro aspetti fondamentali: il potenziamento dei servizi, la stabilizzazione del personale, la certezza delle risorse nazionali e il rispetto della territorialità”.
Nel corso dell’incontro è stata presentata dall’assessore la “Carta dei Servizi Territoriali per l’impiego della Regione Marche” strutturata su due aree principali: servizi alle persone e servizi alle imprese.
“La Carta che abbiamo approfondito con il contributo e le osservazioni degli intervenuti – continua l’assessore – si ispira ai principi di uguaglianza, imparzialità, accessibilità, partecipazione, efficienza ed efficacia, trasparenza, continuatività e gratuità. A questi si affiancano gli obiettivi strategici in coerenza con la normativa nazionale e cioè la personalizzazione del servizio, il consolidamento del sistema di gestione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) per garantire a tutti gli utenti la presa in carico, la definizione di un percorso strutturato di accompagnamento personalizzati e la partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro più adeguate di inserimento e reinserimento nel mercato, il monitoraggio dei risultati”.
Per quanto riguarda le strutture e le infrastrutture tecnologiche entro l’anno corrente si porterà a compimento il completo trasferimento all’interno della rete regionale delle sedi principali dei servizi territoriali per la formazione e di quelli per l’impiego e degli uffici. Nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, verranno dotati di tutte le attrezzature informatiche e di reti necessarie al corretto e ottimale funzionamento.
In collaborazione con il Servizio Informatica si individuerà la migliore soluzione per attivare all’interno del sito www.regione.marche.it e della social community di Regione PA Social, un’apposita sezione dedicata ai servizi territoriali per l’impiego e a quelli per la formazione affinché siano rese facilmente disponibili agli utenti tutte le informazioni necessarie.
In collaborazione con il Servizio Politiche sociali e Sport, i Comuni e gli ambiti sociali verrà infine data piena attuazione al Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), compreso quello per le aree del cratere, che vede protagonisti i Centri per l’impiego per la presa in carico integrata e per definire percorsi di inserimento socio-lavorativo dei beneficiari, e anche in vista dell’imminente entrata in vigore del reddito di inclusione sociale del quale costituisce il presupposto.
UOVA CONTAMINATE DA FIPRONIL – RICHIAMO DI ALCUNI LOTTI
fipronil
Attivate le procedure di richiamo di uova di varie categorie provenienti dall’allevamento Società Agricola Fattorie Valle del Misa di Ostra Vetere (AN), identificati con i lotti 31-32-33-e 34 2017, codice allevamento 3IT036AN089: in un campione infatti è stato riscontrato un valore di Fipronil pari a 0.98 mg/kg, superiore al limite di tossicità acuta di 0,72 mg/kg. Nel caso in cui i cittadini siano in possesso di uova provenienti da questi lotti, sono invitati a non consumarle e riportarle al punto vendita. Se non più in possesso della confezione, i cittadini possono controllare il guscio delle uova in quanto il codice di identificazione 3IT036AN089 è stampigliato anche sul guscio stesso.
Il provvedimento è stato comunicato ieri sera dai competenti Servizi Veterinari dell’Area Vasta 2 – ASUR Marche alla Regione ed al Ministero della Salute.
Si segnala in proposito l’opinione dell’Istituto tedesco di valutazione BfR No. 016/2017, del 30 Luglio 2017, che prende in considerazione un potenziale consumo di uova contaminate da 1,2 mg Fipronil/kg (contaminazione quindi maggiore di quanto rilevato nei lotti di cui si sta effettuando il richiamo).
Il BfR identifica nella sua valutazione una categoria di consumatori a potenziale rischio per superamento della dose acuta di riferimento solo nei bambini di peso corporeo medio 8.7 kg, con un consumo di circa 2 uova al giorno, quadro che – come sottolinea l’Istituto superiore di sanità in un proprio parere del 18/8 scorso – “mal rappresenta, per larghissimo eccesso, i reali consumi della popolazione italiana soprattutto in riferimento ai bambini.
Proseguono intanto, da parte dei competenti Servizi Veterinari dell’ASUR Marche, le attività di campionamento di uova decise, a tutela del consumatore, dall’Assessorato alla Salute regionale per tutti gli allevamenti di galline ovaiole presenti nel territorio marchigiano.
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