Si va verso il sold out per concerto di Andrea Concetti, intervista al bass/bariton
Concerto di beneficenza di Andrea Concetti al Teatro delle Energie per i bambini del Saharawi. “Una di quelle iniziative che mi rende fiero della città in cui vivo Grottammare” commenta il famoso bass/bariton che festeggia i 25 anni di carriera.
Grottammare . Si va verso il sold out per il concerto, in programma venerdì 25 agosto al Teatro delle Energie, del bass/bariton Andrea Concetti a cui il FestivaLiszt consegnerà il Premio alla Carriera “ Le Radici della Musica” per i 25 anni di carriera. Circa 200 biglietti polverizzati nel giro di pochi giorni nelle prevendite, ne restano ancora a disposizione nel botteghino del Teatro. Un artista generoso che ricambia l’affetto della città con la decisione di esibirsi senza cachet con l’espresso desiderio d’intesa con l’Amministrazione comunale di devolvere l’incasso della serata in beneficenza per la cura ed il soggiorno dei bambini del Sharawi a Grottammare. Una decisione che motiva nella sua pagina facebook. “ C’è un popolo del deserto che non ha la sua terra. È il popolo Saharawi. È un popolo giovane, con tanti bambini, che non meritano di vivere un’infanzia da profughi nelle tendopoli. Da quasi vent’anni, a Grottammare, una ventina di piccoli Saharawi passano due mesi della loro estate.
Da oltre un decennio l’ospitalità è diventata occasione di cura, per molti ragazzi affetti da malattie o disabilità, spesso legate alla loro condizione di vita. Vogliamo che i Saharawi tornino alla loro casa, ma nel frattempo vogliamo continuare a offrire la nostra a chi ne ha bisogno. Come dice un loro proverbio, “il peso diviso tra tutti diventa una piuma“.
Concetti eseguirà un programma molto impegnativo e coinvolgente che spazia da Liszt, a Verdi e Ravel per concludere con autori più moderni quali Gardel e Capossela.
Ci illustra il programma che ha scelto per il concerto al Teatro delle Energie.
“ Il programma è un viaggio attraverso sfumature diverse di emozioni oltre che di stili musicali. La prima parte “classica” comprende Liszt con i Tre Sonetti del Petrarca, in omaggio al Festival, prosegue poi con le tre canzoni di “Don Quichotte à Dulcinée” di Ravel che sono un classico della musica vocale da camera francese.
Poi, in omaggio alla parte più significativa del mio lavoro, l’opera, eseguirò il bellissimo monologo di Filippo II dal Don Carlo di Verdi.
Poi si entra nella parte più “leggera”, ma non per questo meno dignitosa, iniziando con tre Romanze da camera di Francesco Paolo Tosti, autore celebre in tutto il mondo per le sue melodie che evocano atmosfere del classico salotto tra l’800 e il ‘900 ed eseguito dai cantanti lirici in ogni angolo del pianeta. Si prosegue con tre tanghi di Carlos Gardel che ormai sono diventati dei classici come, per noi, la canzone napoletana.
E la scelta di chiudere con Capossela?
“Nel 2012 dovevo preparare il programma per il concerto per i miei 20 di carriera che mi era stato chiesto da Francesco Micheli per il Macerata Opera Festiva, ma nello stesso tempo stavo facendo le prove per la Bohème allo Sferisterio e la notte, tornando a casa, in macchina ascoltavo sempre un cd di Capossela.
Questa canzone mi aveva colpito: scritta per voce e piano, evocativa, bella, malinconica, bellissima. Ogni volta che la ascoltavo pensavo che sarebbe stata perfetta per chiudere una serata di un certo tipo. L’ho fatta ascoltare a Micheli che ne rimase entusiasta e così divenne il brano finale di quella serata”.
Si è esibito nei più prestigiosi teatri di mezzo mondo, con critiche entusiastiche, che effetto le fa cantare al Teatro delle Energie?
“Lo inaugurai nel 2007, mi sembra, poi ci tornai per il Festiva Liszt del 2011 e questa, dunque è la terza. Cantare nella mi città non è un impegno diverso dal cantare in altri Teatri più titolati, anzi, allo sforzo di concentrazione, alla tensione, si aggiunge la grande emozione di vedere tra il pubblico molte facce conosciute. Non è un impegno che prendo alla leggera, anzi, mi costa molta fatica, ma non potevo assolutamente tirarmi indietro alla possibilità di una raccolta di beneficenza per i bambini del Saharawi: una di quelle iniziative che mi rende fiero della città in cui vivo”.
Dunque 25 anni di carriera, ci ricorda gli esordi?
“Nel 1992 partecipai e vinsi il Concorso della Comunità Europea per cantanti lirici “Adriano Belli” di Spoleto. Questo concorso prevede il debutto in Teatro per i vincitori. Ad accompagnare al pianoforte le selezioni c’era un pianista che ai tempi collaborava col Maestro Gustav Kuhn e mi propose un’audizione con lui perché cercava giovani cantanti per allestire le Farse di Rossini per la Stagione dello Sferisterio di Macerata. Fu così che Kuhn mi scelse e mi fece debuttare a Macerata nel “Signor Bruschino” e “La Scala di seta” di Rossini, a luglio. Cosi iniziai questo lungo viaggio. Ma il vero concerto di esordio fu un saggio di Conservatorio alla sala dei Ritratti di Fermo, avevo 19 anni. Ricordo persino il colore del papillon che indossai!”
Quali i personaggi a cui è più legato?
“Di getto risponderei che il personaggio a cui sono più legato è Leporello del “Don Giovanni” di Mozart. È un personaggio che mi ha dato tante emozioni, oltre che soddisfazioni. Soprattutto due produzioni di questa opera mi sono scolpite nel cuore: quella che inauguró la stagione del San Carlo di Napoli, con la regia di Mario Martone e quella che inauguró la stagione 2009 a Macerata nell’allestimento di Pierluigi Pizzi. Peró non posso dimenticare Colline della Bohéme, Seneca dell’Incoronazione di Poppea e Papageno del Flauto magico.
Per un attimo si volta indietro e vede le immagini più significative della sua carriera. Qual è il commento?
“Quante cose belle mi hanno fatto fare, quante emozioni. Che privilegio!”
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