L’esperienza di gestione di lupi e cinghiali del Parco dei Sibillini approda in Portogallo

 

Il direttore del Parco, Carlo Bifulco, relatore in un importante convegno organizzato da EuroParc sul tema della convivenza con i lupi e i cinghiali nelle aree protette

Visso, 20.09.2017 – Il direttore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, Carlo Bifulco, è stato invitato a partecipare, in qualità di relatore, ad una conferenza organizzata da EuroParc, federazione europea dei parchi naturali, dal titolo “Can we live with them? New voices, new visions, new values for People and Nature in Europe” che si è tenuta nella prima decade di settembre a Sao Pedro do Sul e ad Arouca, in Portogallo. EuroParc è una istituzione che rappresenta centinaia di aree protette di ben 36 Paesi del mondo. L’Italia è fra questi, e l’intervento del direttore Bifulco si è incentrato proprio sul tema della convivenza con i lupi e i cinghiali con riferimento al territorio del Parco.
I dati portati all’attenzione degli studiosi e dei rappresentanti di altre aree protette provenienti da tutt’Europa, hanno illustrato lo stato dell’arte per quel che riguarda la presenza e gestione di lupi e cinghiali nel territorio dei Sibillini. Secondo una valutazione approssimativa della popolazione di cinghiali registrata nel marzo 2017, il numero di suini selvatici presenti nel Parco si aggira poco al di sotto delle 1.200 unità. L’Ente ha avviato, primo tra i parchi nazionali italiani, un piano di gestione e controllo volto a monitorare e prelevare, con interventi mirati, un numero congruo di cinghiali che, per il 2017, sino a giugno, è stato di 464 unità. Il cinghiale, per l’anno 2016, ha causato danni alle coltivazioni che sono stati indennizzati per un importo totale di 208.880 euro. Relativamente ai lupi i dati forniti dal Parco nazionale dei Monti Sibillini si prestano ad una interpretazione con luci ed ombre: se da una parte infatti vi è ormai un consistente numero di individui accertato, sopra le 60 unità, che vivono in 14 branchi in un territorio di circa 1.200 kmq, per oltre la metà ricompreso nel Parco, a partire dal 2008 si è registrata una mortalità significativa con 35 lupi ritrovati morti sino ad oggi di cui almeno 16 riconducibili al bracconaggio e 14 ad incidenti stradali, quindi con una incidenza della causa “umana” decisamente elevata.
“Sono dati su cui riflettere e per i quali il Parco si sta impegnando per limitare questo tipo di incompatibilità con l’uomo che rappresenta la causa principale di decesso per i lupi nel nostro territorio. Del resto – sottolinea Bifulco – i danni del lupo risultano decisamente meno rilevanti rispetto a quelli causati dal cinghiale ed anzi, proprio il lupo svolge un’azione di controllo: stimiamo che, nell’area del Parco, ogni lupo possa arrivare a predare una ventina di cinghiali l’anno. Questa qualità, sommata agli interventi che abbiamo promosso e finanziato per dotare gli allevatori di strutture di difesa del bestiame dall’attacco dei carnivori, speriamo possa essere compresa da quelli che ancora considerano il lupo una minaccia piuttosto che una specie simbolo e un buon viatico per un Parco che ha fatto della biodiversità e dello sviluppo turistico delle aree interne il suo punto di forza.”
 
 
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