Longevità attiva in ambito rurale
Convegno Psr Marche a Chiaravalle sulla condivisione della prospettiva Montessori negli anziani affetti da demenza.
Casini: “L’azienda agricola si apre al sociale”.
I risultati della sperimentazione promossa dalla Regione: più socializzazione, più autonomia, più benessere
Chiaravalle, 2017-09-22 – Integrazione sociale degli anziani in un contesto agricolo, per recuperare le loro capacità grazie al metodo Montessori che garantisce buoni risultati anche negli adulti affetti da demenza. È la sfida che lancia la Regione Marche, tra le prime in Italia a investire sull’agricoltura sociale, con i fondi della nuova programmazione del Psr (Programma di sviluppo rurale 2014-2020). Dopo una fase sperimentale, avviata nel 2013 e sostenuta dalle risorse regionali, che ha dato risultati positivi, monitorati dall’Inrca, si passa a quella “strutturale”, mettendo in gioco le disponibilità europee. Scadono il 31 ottobre i bandi riservati all’agricoltura sociale, con contributi per gli agri nido e la longevità attiva. Le opportunità sono state presentate oggi, a Chiaravalle, nel corso del convegno “L’anziano al centro di un progetto di vita”, incentrato sull’innovazione sociale del Psr Marche. L’attenzione, in particolare, è stata focalizzata sul Metodo Montessori per la cura della demenza: un omaggio alla città natale di Maria e l’occasione per un confronto internazionale sulle numerose esperienze maturare all’estero. “Nelle Marche abbiamo come obiettivo l’allargamento della funzionalità delle aziende agricole, anche verso il sociale – ha detto la vicepresidente Anna Casini – Abbiamo maturato un’esperienza positiva nella gestione delle demenze, seguendo un modello realizzato dall’Inrca. Gli anziani fanno sperimentazioni, partecipano a laboratori che riguardano le pratiche agricole. In questo modo si riesce a far tornare in mente anche i periodi di vita rurale che avevano dimenticato. Il loro benessere aumenta perché mangiano in maniera diversa e soprattutto riiniziano a fare movimento”. Cameron Camp, neuropsicologo statunitense che ha teorizzato l’adattamento del metodo Montessori alle persona anziane con disturbi cognitivi, direttore di un centro specializzato si Solon (Ohio), ha sostenuto che “occorre concentrarsi sulle potenzialità della persona, sulla sua umanità, sulla capacità di relazionarsi: un approccio che va bene per i bambini e per gli adulti. Grazie al metodo Montessori garantiamo una vita migliore ai pazienti di demenza e ai famigliari che si occupano di loro”.
Il Prs Marche promuove attività non agricole nel settore dei servizi sociali. L’obiettivo è diversificare l’impresa, puntando su una “multifunzionalità” dell’azienda che non sia solo legata all’ospitalità turistica. Il progetto sulla longevità attiva, promosso in collaborazione con l’Inrca, ha consentito di monitorare sei delle sette aziende sperimentali, finanziate con le risorse regionali, che hanno ospitato 112 anziani. I risultati certificati dall’Istituto confermano le potenzialità dell’azienda agricola nell’offrire un ambiente accogliente, capace di stimolare le capacità relazionali delle persone con demenza. I soggetti seguiti hanno dichiarato di aver preso parte all’iniziativa “spinti dal desiderio di socializzare, apprendere nuove competenze, stare all’aria aperta e sentirsi ancora utili”. Il gruppo delle signore più longeve (tra i 75 e i 100 anni), utenti di un centro diurno, che si conoscevano da anni e trascorrevano insieme molte ore della giornata, ignorandosi per lo più, al fine degli incontri hanno dichiarato di essere divenute un gruppo di amiche. Il progetto ha avuto un buon impatto anche sulla sfera cognitiva e non solo della socializzazione. Molte persone hanno segnalato un miglioramento della memoria. Ciò è accaduto sia tra i più anziani (over 80), sia tra i meno anziani (al di sotto dei 70 anni). Alcune signore di un centro diurno, poi, hanno riferito di usare meno il bastone e di muoversi meglio rispetto a prima, raggiungendo una maggiore autonomia nel compiere i gesti quotidiani, come vestirsi o cucinare. Molte delle attività svolte nelle aziende sociali monitorate hanno avuto un carattere intergenerazionale, con la collaborazione di bambini della scuola primaria.
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