Sanità in Area Vasta 5, focus sull’attività del Pronto Soccorso di San Benedetto
San Benedetto del Tronto, 2017-09-19 – Conferenza stampa fiume ieri presso la Sala Convegni dell’Ospedale Madonna del Soccorso per illustrare lo status degli obiettivi di Area Vasta 5 e focus sull’attività dello Stabilimento Ospedaliero di San Benedetto del Tronto.
Esaminiamo oggi le novità messe in atto al Pronto Soccorso per la gestione del sovraffollamento mediante percorsi specialistici dedicati o Fast track direttamente a partire dal triage sulla base della valutazione infermieristica e nel rispetto di specifici protocolli e modalità organizzative condivise. Il Fast track o “percorso breve” è una procedura operativa per la gestione intraospedaliera delle prestazioni di Pronto Soccorso per pazienti con patologie minori, ben definite, e con interessamento d’organo o apparato limitato e circoscritto, ricomprese, per definizione, nei codici bianchi e/o verdi. Tale procedura consiste nella strutturazione di un “percorso veloce” che includa l’attivazione di protocolli “ad hoc” che, sulla base di criteri di inclusione ed esclusione, avviano il paziente direttamente dalla sede del triage, alla specifica visita specialistica
Linee guida per la gestione del paziente in Pronto Soccorso: una sintesi
L’emergenza/urgenza è un momento critico per l’intero sistema sanitario in tempi molto brevi è necessario rispondere ad esigenze cliniche dei cittadini legate a patologie acute con situazione di pericolo di vita o complicanze di malattie croniche. L’andamento della domanda non è programmabile anche se può essere prevedibile in alcuni mesi dell’anno in base all’epidemiologia stagionale e nell’arco della giornata. I pazienti devono essere presi in carico, valutati, sottoposti ad idonei accertamenti che genereranno una dimissione, un osservazione breve, un ricovero o trasferimento presso altre strutture ospedaliere e non, secondo criteri di appropriatezza. La riorganizzazione della rete ospedaliera dell’emergenza/urgenza è presente nel DM 70/15 secondo la seguente classificazione:
DEA II livello (H Torrette);
DEA I livelo
Pronto soccorso semplice
Pronto Soccorso di zona disagiata
Le interazioni ed integrazioni con i servizi territoriali (MMG, PLS, Continuità assistenziale) dovrebbero assicurare l’impiego appropriato delle strutture deputate all’emergenza (SET 118 e rete ospedaliera) e l’avvio di percorsi efficienti di cure domiciliari per i pazienti dimessi dai PS, razionalizzando l’uso delle risorse e implementando l’appropriatezza delle prestazioni e ricoveri ripetuti.
OBIETTIVI
L’obiettivo delle Linee Guida è quello di fornire indirizzi operativi sulla gestione delle criticità dei percorsi dei pazienti in PS con particolare riferimento ai seguenti items:
Accesso del paziente e gestione in pronto soccorso;
Condividere i percorsi dei fast track;
Definizione tempi di attesa per codice colore;
Regolamento di ricovero da pronto soccorso;
Definire criteri standard del personale di assistenza;
Bed management;
Gestione del sovraffollamento;
Indicatori monitoraggio
ACCESSO DEL PAZIENTE E GESTIONE IN PRONTO SOCCORSO
Il Pronto soccorso è presidiato dai medici dell’emergenza/urgenza, personale infermieristico, OSS ed altro personale dedicato, e può avvalersi di altri professionisti secondo necessità.
Il paziente che accede al pronto soccorso viene accolto dall’infermiere del triage che nell’ambito della sua attività assegna il codice di priorità di ingresso quale risultato di una valutazione infermieristica. Nella successiva fase di valutazione, effettuata in sede di visita medica, si dispone degli elementi essenziali per la formulazione del giudizio di gravità clinica del caso. Il tempo intercorrente tra l’arrivo del paziente in ospedale ed il triage infermieristico deve essere tempestivo, possibilmente entro i 10 minuti. Per tali motivi è necessario che l’infermiere di triage sia adeguatamente formato con corso specifico ed abbia a disposizione strumenti operativi ben definiti. Il livello di priorità di ingresso è contrassegnato da un colore, indipendentemente dall’ordine di arrivo in ospedale:
Codice rosso: in caso di un emergenza con un paziente in pericolo di vita (compromissione di un parametro vitale);
Codice giallo: in caso di urgenza con tempi di intervento che devono essere ridotti al minimo (rischio di compromissione di un parametro vitale);
Codice verde: in caso di urgenza differibile;
Codice bianco: in assenza di urgenza, il paziente si sarebbe potuto rivolgere al MMG/PLS/CA.
In condizioni di normale affluenza e assetto organizzativo vengono garantiti per i diversi codici gli standard temporali previsti (tempo massimo di attesa). La rivalutazione, quale imprescindibile fase del processo di triage, è l’attività professionale mirata a consentire il monitoraggio dei pazienti in attesa, mediante rilievo periodico dei parametri soggettivi e/o oggettivi che consentiranno di cogliere tempestivamente eventuali variazioni dello stato di salute.
I PS inoltre devono adottare percorsi specialistici dedicati o fast track direttamente a partire dal triage sulla base della valutazione infermieristica e nel rispetto di specifici protocolli e modalità organizzative condivise.
I “fast-track”
Il FAST TRACK o “percorso breve” è una procedura operativa per la gestione intraospedaliera delle prestazioni di Pronto Soccorso per pazienti con patologie minori, ben definite, e con interessamento d’organo o apparato limitato e circoscritto, ricomprese, per definizione, nei codici bianchi e/o verdi.
Tale procedura consiste nella strutturazione di un “percorso veloce” che includa l’attivazione di protocolli “ad hoc” che, sulla base di criteri di inclusione ed esclusione, avviano il paziente direttamente dalla sede del triage, alla specifica visita specialistica.
Gli obiettivi principali di questo percorso sono:
la riduzione dei tempi di attesa in Pronto Soccorso per quei pazienti che non richiedono prestazioni a carattere di emergenza/urgenza e che, non trovandosi in condizioni di particolare complessità, possono accedere direttamente alla prestazione specialistica, su valutazione dell’infermiere di triage, attraverso l’applicazione di protocolli condivisi con il personale medico ed infermieristico di riferimento;
migliorare la qualità percepita dall’utente rispetto al Pronto Soccorso ed al Servizio Sanitario in genere;
ridurre il sovraffollamento del Pronto Soccorso.
Il “fast track” deve essere applicato in tutte le Unità Operative di Pronto Soccorso delle strutture ospedaliere Asur, quale strumento necessario ed indispensabile per migliorare i percorsi intraospedalieri.
In particolare ciascuna AV dovrà elaborare protocolli condivisi per almeno le seguenti tipologie specialistiche di fast track:
Ostetrico/ginecologico
Pediatrico
Oculistico
Otorinolaringoiatrico
Radiologico/Ortopedico (limitatamente ed esclusivamente ai piccoli traumi)
DEFINIZIONE DEI TEMPI PER LE CONSULENZE E LA DIAGNOSTICA
Consulenze:
Contatto diretto con lo specialista attraverso un numero telefonico (cellulare, cordless, dec) dedicato che ogni U.O. deve identificare;
Registrazione informatizzata degli orari di richiesta ed esito della consulenza;
Tempi di consulenza in relazione alla gravità del caso entro 1h e comunque non oltre le 2 h dalla richiesta; salvo situazioni in cui lo specialista non sia immediatamente attivabile (ad es. le attività con orari definiti di apertura) o per impossibilità di intervenire per gravi ragioni che debbono sempre essere opportunamente documentate dallo stesso.
Diagnostica
E’ auspicabile che ciascun DEA di I livello abbia una radiologia dedicata per far fronte alle richieste di esami radiologici in urgenza di primo livello (radiologia tradizionale ed ecografia) e 2° livello (TAC).
Allo scopo di rendere uniforme questo aspetto organizzativo nelle diverse realtà Asur si propone l’erogazione delle prestazioni della diagnostica per immagini secondo uno schema operativo sulla base della priorità assegnata come.
Il medico dell’emergenza/urgenza valuta la situazione clinica dei pazienti che si rivolgono al PS e decide se dimettere o ricoverare; tale processo occupa un arco temporale che di regola non deve superare le 6 ore qualora vengano rispettate le linee di indirizzo del presente documento. La possibilità di osservazione clinica (OBI) è la terza scelta che il medico dell’emergenza/urgenza ha a disposizione nella gestione del paziente acuto, per permettere un migliore inquadramento clinico. L’osservazione consente di migliorare la funzione di filtro, ricoverando solo pazienti che effettivamente necessitano di cure ospedaliere oltre a permettere di evitare dimissioni inappropriate. Il passaggio in OBI non deve rappresentare un’alternativa all’impossibilità temporanea di procedere ad un ricovero ordinario. Qualora si ritenga appropriato il ricovero, il medico dell’emergenza/urgenza dispone lo stesso e decide l’allocazione del paziente, in termini di responsabilità medica e di intensità di cura necessaria. Il tempo intercorrente tra la decisione del ricovero ed il ricovero stesso dovrebbe essere il minore possibile e comunque non superiore alle 2 ore. E’ necessario che in ogni presidio ospedaliero venga definito, nella logica di dare la migliore risposta al paziente e considerando l’organizzazione del presidio nel suo insieme, il modello organizzativo adottato per garantire i ricoveri nel setting assistenziale e con la tempistica appropriata e che vengano definiti in uno o più documenti:
N. posti letto da dedicare ogni giorno ai ricoveri provenienti dal PS per ciascun reparto;
Tempistica e logistica da adottare per il ricovero (orario comunicazione posti letto, n. pazienti da ricoverare, etc);
Disponibilità del posto letto di norma continuativa nelle 24 h; durante le ore notturne l’accesso al letto deve comunque essere garantito per i pazienti clinicamente stabili;
Modalità per la gestione di eventuali ricoveri in sovra numero nei singoli reparti rispetto ai letti disponibili (barelle, letti bis o aggiuntivi, occupazione posti letto in reparti diversi da quelli di attribuzione del pazienti).
Organizzazione delle attività di ricovero
Le attività di ricovero vengono effettuate sia in regime d’urgenza (da pronto soccorso) che in regime di elezione. Nonostante l’esigenza di garantire l’ingresso dei ricoveri programmati, risulta prioritario valutare le esigenze di ricovero urgenti. I ricoveri in regime ordinario/programmato in area medica vengono gestiti autonomamente dalle singole UU.OO. e devono essere comunicati al Bed Management (BM), che ne terrà conto nella definizione effettiva della disponibilità complessiva di posti letto. Tali ricoveri devono essere programmati su una percentuale definita del posti letto effettivi della U.O. tenendo conto che almeno il 10% dei posti letto di area medica (Medicina, Geriatria e Lungodegenza) devono essere dedicati giornalmente ai ricoveri dal pronto soccorso. Per quanto riguarda le specialistiche di area medica (es. pneumologia, cardiologia, etc.) è prevista la disponibilità di un posto giornaliero ogni 10 posti letto.
La disponibilità dei posti letto chirurgici su cui deve essere effettuata l’attività programmata deve corrispondere ad una percentuale definita del n. dei posti letto assegnati al fine di essere in grado di garantire una adeguata risposta all’attività (4% dei posti letto di area chirurgica) non programmabile che deriva dal pronto soccorso.
Ricoveri urgenti da pronto soccorso
L’attività di pronto soccorso prevede, per il cittadino che accede al servizio, l’identificazione del percorso più appropriato, dopo valutazione ed eventuale trattamento:
Dimissione con eventuale rinvio al medico curante e/o con attivazione di percorsi di assistenza e cura;
osservazione;
ricovero.
Il Medico del PS, completato l’inquadramento clinico della “Persona Assistita”, che include anche le consulenze specialistiche indicate per le diverse situazioni, pone l’indicazione al ricovero, identifica l’area di competenza (Area Medica, Area Chirurgica) e la struttura/disciplina di competenza.
Definita l’indicazione al ricovero (o eventualmente all’OBI), in condizioni di disponibilità di posti letto, il medico di PS (referente per i ricoveri preferibilmente il medico dell’OBI/Murge) concorda direttamente con lo specialista di riferimento i tempi e le modalità di ingresso del paziente.
Nel caso in cui non vi siano posti letto disponibili nell’area dedicata (Chirurgica/Medica o, ove possibile, in
altra area dipartimentale), sentito il clinico accettante, il medico di PS fa riferimento al BM (o sostituto)/DMO
che, tenendo conto della situazione complessiva, ricerca una soluzione organizzativa per l’allocazione delle
persone da ricoverare utilizzando i posti letto disponibili in altra degenza dell’Area Chirurgica/Medica o altra
area dipartimentale ed in ultimo concorda lo stazionamento (non superiore alle 6 h).
In alcuni casi, i clinici possono prendere in considerazione la possibilità di un eventuale trasferimento in altro
nosocomio in via prioritaria della stessa area vasta.
Piano giornaliero dei ricoveri
Per piano giornaliero dei ricoveri si intende quell’attività che consente di conciliare la domanda giornaliera di posti letto con le disponibilità effettive degli stessi nelle aree di degenza.
Il piano giornaliero dei ricoveri tiene conto delle effettive disponibilità di posti letto calcolato al saldo delle dimissioni previste, dei trasferimenti interni e dei ricoveri programmati e, compatibilmente alle risorse disponibili, favorendo la disponibilità di posti letto nelle aree di cure intensive, sub-intensive e d’urgenza, con lo scopo di garantire l’idonea collocazione dei ricoveri in urgenza/emergenza;
Le attività propedeutiche al piano giornaliero dei ricoveri sono effettuate dal BM/Direzione Medica Ospedaliera (DMO) nella fase di monitoraggio dei posti letto durante le mattinata;
Pertanto, il piano giornaliero dei ricoveri dal pronto soccorso viene di norma effettuato nella fascia oraria tra le 11:00 e le 15:00. In particolari situazioni e, comunque, ogni qualvolta si renda necessario, alcuni ricoveri vengono organizzati prima della fascia oraria stabilita;
Nella definizione del piano dei ricoveri intervengono: il medico identificato come il medico del PS referente per i ricoveri e il BM /DMO;
Il medico del pronto soccorso referente per i ricoveri predispone l’elenco dei pazienti da ricoverare o da collocare in OBI per le diverse discipline, con eventuale definizione delle priorità. Una volta definito il fabbisogno, si interfaccia con il BM per definire il programma delle ammissioni.
Il BM contribuisce al piano dei ricoveri con la ricerca di soluzioni organizzative per la migliore allocazione delle persone da ricoverare specie in assenza di corrispondenza tra fabbisogno e disponibilità di posti letto;
Definito il programma delle ammissioni, il medico referente per i ricoveri trasmette il piano e la consistenza dei letti ancora disponibili (al saldo dei ricoveri previsti dal programma) ai colleghi in servizio nel pomeriggio.
BED MANAGEMENT
Ogni struttura ospedaliera deve elaborare un sistema di governance informatizzato per garantire una gestione corretta e tempestiva della risorsa posti letto facilitando l’incontro tra domanda ed offerta, attivando misure correttive o integrative. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso diversi modelli organizzativi tra i quali l’istituzione della funzione di bed management (BM), soluzione che ha dimostrato efficacia organizzativa in diversi contesti ospedalieri.
Di preferenza tale figura è un infermiere, con capacità organizzative, gestionali, relazionali, di mediazione e conoscenze informatiche, che è in stretta collaborazione con il referente medico di pronto soccorso e che si rapporta con la direzione medica di presidio per gli aspetti organizzativi.
Il sistema dovrà garantire:
Verifica costante dello stato di occupazione dei posti letto nelle strutture ospedaliere,
Monitoraggio delle dimissioni giornaliere;
Gestione delle situazioni di sovraffollamento in Pronto soccorso secondo modalità definite;
Eventuale ricorso a letti aggiuntivi (barelle, letti bis, occupazione posti letto in reparti diversi da quelli di attribuzione);
Collaborazione con il territorio per le dimissione del pazienti sia dal Ps che dai reparti ospedalieri;
Reportistica quotidiana dei letti dati/dovuti e di quelli non utilizzati;
Reportistica mensile.Le strutture ospedaliere potranno individuare anche soluzioni organizzative come la stanza delle dimissioni (discharge room) o del pre-ricovero (holding units) utili per favorire i percorsi di cura del paziente oltre che a potenziare le attività volte a semplificare le dimissioni/ammissioni e a facilitare i rapporti con il territorio. Una dimissione tempestiva è elemento essenziale per assicurare il corretto funzionamento di tutta l’organizzazione e garantire la disponibilità di risorse in relazione ai percorsi dei pazienti.
La funzione del BM è posta in capo alla Direzione Medica del Presidio Ospedaliero e si avvale anche della collaborazione di tutte le altre figure istituzionalmente coinvolte nei processi di ricovero e dimissione delle persone assistite nelle varie unità di degenza.
Ciascuna struttura ospedaliera definirà l’orario di attività di tale figura sulla base delle necessità organizzative e tenuto conto di quanto stabilito dal piano.
Continuità di cure Ospedale-Territorio
La prospettiva futura vede le strutture ospedaliere caratterizzate da un sempre più elevato livello di specializzazione nell’erogare un’assistenza sanitaria ai pazienti soprattutto nella fase di emergenza-urgenza o subacuta della malattia, diventa sempre più essenziale disporre di una funzione che possa fungere da cerniera tra la realtà ospedaliera e quella territoriale. Le attività di “Continuità di cure Ospedale-Territorio” sono gestite dall’ Unità Valutativa Integrata (UVI) che ha l’obiettivo di garantire continuità delle cure e integrazione ospedale-territorio alle persone ricoverate a rischio di ospedalizzazione prolungata o di dimissione difficile. Per svolgere tali attività si raccorda con le varie professionalità coinvolte nei processi di ricovero e cura dei pazienti che accedono ai presidi ospedalieri.
Poichè la disponibilità di posti letto per il pronto soccorso, nei termini precedentemente esplicitati, poggia largamente sulla possibilità di garantirli è fondamentale che ciascuna struttura ospedaliera condivida un percorso con il territorio che permetta ai professionisti (medico e infermiere) dell’U.O.di area medica/chirurgica di dimettere tempestivamente i pazienti che potrebbero necessitare di una continuità delle cure in un regime assistenziale di minore intensità. Il medico e l’infermiere dell’U.O. tramite l’invio di specifica richiesta informatizzata (SIRTE) attivano il referente dell’UVI che provvedono ad una valutazione precoce (entro 48 h dalla richiesta) del paziente ed identificano l’idonea destinazione in una delle strutture territoriali al momento della dimissione. Il bed management ospedaliero, collabora con l’UVI allo scopo di garantire continuità delle cure e integrazione ospedale-territorio.
OBIETTIVI
Le dimissioni protette perseguono le seguenti finalità:
creare una stretta interrelazione tra la fase del ricovero ospedaliero e quella della presa in carico dei servizi territoriali facendo dialogare le varie componenti dell’assistenza sanitaria ottimizzando le prestazioni;
sviluppare cure alternative/continuative al ricovero ospedaliero che siano efficienti nell’ambito dell’economia aziendale;
rendere le funzioni ospedaliera-territoriale servizio delle cure intermedie più flessibili ed integrate;
perseguire l’umanizzazione delle cure;
facilitare i processi di integrazione tra ospedalizzazione e presa in carico dal servizio delle cure intermedie.
GESTIONE DEL SOVRAFFOLLAMENTO
Il sovraffollamento, fenomeno diffuso in tutto il mondo sviluppato, non è dovuto all’aumento degli accessi, che oramai sono relativamente stabili negli anni, ma al blocco dell’uscita, cioè all’impossibilità di ricoverare i pazienti nei reparti degli ospedali per indisponibilità di posti letto, dopo il completamento della fase di cura in PS. Si tratta pertanto di un problema dei sistemi sanitari che si manifesta nei PS/DEA, ma riguarda tutta la filiera delle cure, dal territorio all’ospedale. Bisogna inoltre tener conto dei possibili ritardi nella gestione del paziente legati alla risposta della diagnostica/consulenze.
Il sovraffollamento del pronto soccorso determina un gradimento ridotto da parte dei pazienti, spesso conseguente alle condizioni precarie di degenza, su barelle e in ambienti (come i corridoi) dove non è possibile garantire la privacy, la comunicazione e la risposta ai bisogni primari (riposo, alimentazione, mobilizzazione, igiene personale). Alcuni gruppi sono a maggiore probabilità di stazionamento prolungato in PS prima del ricovero: gli anziani ed i pazienti con patologie mediche (come la polmonite o lo scompenso cardiaco) rispetto ai pazienti con patologie chirurgiche. Nelle situazioni di sovraffollamento il personale medico, infermieristico e di supporto lavora in condizioni ad alto rischio clinico e ad alta probabilità di burn-out, per il sovraccarico operativo, la conflittualità più elevata e l’impossibilità di garantire contestualmente l’efficacia dell’azione di cura, l’equità ed il rispetto dell’autonomia ai pazienti. I sistemi ospedalieri perdono in efficienza nelle fasi di sovraffollamento dei PS, con peggioramento della funzione di filtro sui ricoveri ed aumento dei tempi di degenza complessivi.
Ciascuna struttura ospedaliera Asur sede di PS/DEA I livello dovrà predisporre un piano di gestione del sovraffollamento (PGS) di pazienti (da distinguere dal PEIMAF) con l’ obiettivo di contenere i tempi di permanenza, in situazioni in cui il normale funzionamento dei PS è impedito dalla sproporzione tra la domanda sanitaria (numero di pazienti in attesa e in carico) e le risorse disponibili (fisiche e/o umane) al fine di garantire la tutela e la sicurezza dei pazienti e le condizioni di lavoro del personale in tali situazioni. Tale piano dovrà essere aggiornato almeno una volta l’anno, preferibilmente nei mesi che precedono gli incrementi prevenibili dalla domanda, e monitorizzato in base alla domanda emergente, alla disponibilità delle risorse, all’evoluzione delle variabili organizzative e all’impatto su tutte le attività ospedaliere. Il PGS dovrà contenere:
flussi informativi sull’affollamento del PS/DEA (indicatori e/o scores) per esempio uno strumento validato a livello internazionale e che è necessario contestualizzare a livello locale è il NEDOCS-score (National emergency department overcrowding score) (metodo di calcolo in allegato 5);
soglie di attivazione e responsabili delle risposte organizzative:
Direttore medico di presidio ha la Responsabilità sul piano di gestione del sovraffollamento;
La responsabilità sugli interventi reattivi a risposta intermedia è in capo a: Direttore Medico di Presidio, Direttore DEA, Direttore PS e Servizio Professioni Sanitarie (SPS);
Monitoraggio e verifica mediante il sistema informatico e i riscontri degli operatori: andamento boarding e livello affollamento, carichi di lavoro in PS e nei reparti, impatto sulle attività.
Diffusione interna: a cura della Direzione medica di presidio.
risposte organizzative:
Interventi proattivi: scelti tra gli interventi sul sistema e sui processi che migliorano l’efficienza delle risposte e consentono di ridurre il ricorso agli interventi reattivi.
Interventi proattivi sull’organizzazione e sui flussi
Attivati stabilmente o in occasione di periodo di prevedibile incremento della domanda sanitaria in urgenza:
Attivazione di percorsi rapidi da triage per patologie specifiche oltre a quelli individuati come minimi da attivare (fast track);
Definizione di tempi standard orientativi per l’effettuazione delle consulenze e per l’ottenimento dei referti di laboratorio e di diagnostica per immagini, con differenziazione in base al codice di gravità attribuito al paziente e al presunto impatto dei risultati sulla gestione dei casi;
Attivazione e potenziamento della funzione centralizzata di gestione della risorsa posti letto (bed management);
Incremento disponibilità per dimissioni protette, con possibilità di attivazione dei percorsi anche dal PS/DEA mediante protocolli di dimissione protetta condivisi con i componenti dell’UVI e le strutture residenziali presenti sul territorio;
Superamento del blocco di accesso ai posti letto disponibili nei reparti sulla base del sesso del paziente da ricoverare;
Apertura delle eventuali finestre di accesso ai reparti, con arco temporale per i ricoveri più ampio possibile, nelle strutture con medico presente e con adeguata copertura assistenziale.
Interventi proattivi sulle risorse
Attuati in anticipo rispetto a periodi di prevedibile incremento della domanda sanitaria in urgenza.
Definizione di un piano operativo per l’utilizzo di ulteriori posti letti aggiuntivi approntati all’uopo riconducibili ad una percentuale complessiva dal 3 al 5% sul totale dei posti letto;
Modulazione dell’impiego dei posti letto ospedalieri in base alla domanda emergente e ai picchi prevedibili di accesso, secondo quanto disposto dal DM 70/2015, garantendo comunque la risposta adeguata a tutte le urgenze ed emergenza (mediche, chirurgiche e traumatologiche) e alle situazioni di elezione non differibili (es. patologie oncologiche e cardiovascolari con tecnologie da sostituire, come pace maker e defibrillatori).
Modulazione degli organici ed adeguata programmazione dei periodi di assenza del personale.
Interventi reattivi incrementali: scelti tra gli interventi sul sistema a risposta rapida o a risposta intermedia, in base all’organizzazione del presidio e alle risorse attivabili, con indicazione del responsabile dell’attuazione di ogni intervento:
1° livello (risposta rapida 1-3h) impiego di posti letto in reparti diversi da quelli di competenza privilegiando l’area dipartimentale (appoggi fuori reparto), senza interferire con le attività elettive programmate risposta attivata dal bed manager/DMO ed eventuali attivazione di risorse aggiuntive in PS/DEA (postazioni, personale);
2° livello (risposta rapida 1-3h) impiego di letti aggiuntivi in ospedale secondo il piano predisposto attivato dal bed manager su indicazione della Direzione medica di Presidio senza interferire con le attività elettive programmate;
I sopracitati livelli di intervento vengono attivati in situazioni di sovraffollamento definite in base al superamento di soglie specifiche per gli indicatori adottati in ogni presidio.
3° livello (risposta intermedia 1-3gg) :
Assegnazione temporanea di alcuni posti letto da una disciplina ad un’altra all’interno delle aree di degenza;
modulazione/limitazione dell’attività elettiva/ ordinaria e destinazione delle risorse (posti letto e personale) per la cura e l’assistenza dei pazienti da ricoverare in urgenza/emergenza (ipotizzabile solo in caso di sovraffollamento). Risposta attivata dal Direttore Medico di Presidio in condivisione con il SPS, il Direttore DEA, il Direttore PS;
Blocco dei ricoveri non urgenti in elezione, sia in area chirurgica che in quella medica;
Attivazione di degenze temporanee o trasformazione di degenze DS o WS a degenze ordinarie o di degenze chirurgiche a mediche;
attivazione di una funzione centralizzata di gestione della risorsa posti letto (“bed management”) dove già non prevista e di eventuali unità di pre-ricovero (holding units) e di pre-dimissione (discharge room).
Tabella 1: Ingressi per codice dal 01.01 al 11.09
Totale
Verdi
%
Gialli
%
Bianchi
%
Rossi
%
2017
28831
16661
57,79
9778
33,91
1731
6
660
2,29
2016
27446
15164
55,25
9461
34,47
2280
8,31
541
1,97
Delta
+1385
+1497
+317
– 549
+119
Figura 1: Ingressi nel periodo 01/7-31/08
Tabella 2: Attivazione fast-track nel periodo indicato
Tabella 3: Tempi medi d’attesa per la visita (01.06-31.08)
Verdi
Gialli
Bianchi
Totale pz.
2017
111
44
40
12004
2016
125
46
86
11430
Delta
-14
-2
-46
+ 574
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