Un primo passo a favore dei piccoli Comuni
Ancona 28 settembre 2017 – Dopo quattro legislature infruttuose è stato approvato al Senato, in via definitiva, il disegno di legge “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni”.
Trattasi di una legge bipartisan molto importante perché riconosce finalmente la specificità di una grande parte dell’Italia fondata sui piccoli comuni, ovvero quei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e che presentano delle distinte caratteristiche di disagio o di marginalità.
Per certi aspetti si tratta di una legge programmatica, di indirizzo, che nelle sue finalità ha l’ambizione di rimuovere gli squilibri economici e sociali tra le diverse realtà comunali, di attenuare il divario tra la gamma diversificata di sviluppo dei territori promuovendo il necessario riequilibrio demografico del Paese, di sostenere l’insediamento nei piccoli comuni, quale risorsa a presidio del territorio, a partire dalle aree periferiche ed ultra periferiche, per tentare di arrestare il fenomeno dello spopolamento e conservare la bellezza e l’identità di borghi altrimenti destinati a scomparire.
Anci
Nei suoi diciassette articoli si prevedono diverse misure per garantire uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio come ad esempio la promozione dell’incentivazione alla residenzialità, alla qualità e l’efficienza dei servizi essenziali in ambiti come l’ambiente, l’istruzione, la sanità o i servizi socio-assistenziali. E’ previsto un Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni con delle priorità di intervento a riduzione del rischio idrogeologico, di messa in sicurezza e riqualificazione di infrastrutture o accrescimento dell’efficienza energetica; sono previsti sostegni per il recupero e la riqualificazione dei centri storici promuovendo gli alberghi diffusi. Sono previste ancora misure per il contrasto all’abbandono di immobili, misure per la diffusione dell’infrastruttura in banda ultra larga e lo sviluppo dei programmi di e-government, disposizioni relative a nuovi servizi postali, promozione di nuovi circuiti turistico-culturali e sostegno della filiera corta o a chilometro utile, azioni per potenziare le attività dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane e i trasporti, iniziative per diffusione della stampa quotidiana e della promozione cinematografica e tante altre azioni di senso.
Come tutte le leggi di programma ovviamente entro sei mesi si dovranno declinare alcuni contenuti mediante decreti attuativi e predisporre dei piani nazionali che verranno aggiornati ogni tre anni secondo appositi indicatori ISTAT. Piani che coerentemente potranno e dovranno essere integrati e sostenuti anche dalle Regioni.
Per le aree in condizioni di maggiore difficoltà è previsto uno specifico stanziamento, sicuramente non adeguato agli scopi enunziati, di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023, dentro un quadro di invarianza finanziaria. Ma indubbiamente tali piani nazionali e regionali potranno rinforzarsi con nuove e specifiche nuove leggi capaci di attivare politiche di “contro-esodo” di cui abbiamo fortemente bisogno per invertire l’abbandono di queste preziose realtà, proponendo ad esempio specifici provvedimenti di defiscalizzazione a favore del lavoro o misure per sostenere attività produttive o commerciali ubicati in questi giacimenti di risorse e opportunità materiali e immateriali.
L’auspicio dell’ANCI, a partire dalla consulta nazionale dei Piccoli comuni, è che tale legge possa rappresentare anche una legge-grimaldello capace di aprire, coerentemente con quanto è stato sostenuto e approvato dal Parlamento, alla riscrittura di ciò che non funziona nell’ordinamento comunale, a partire dall’urgente rimozione dei problemi creati con l’associazionismo “obbligatorio” e con le deleterie regole del turnover del personale applicate anche in queste piccole realtà amministrative, operando su semplificazione amministrativa e qualità della regolazione nonché sulla perequazione delle risorse finanziarie, per dare spazio alle principali condizioni di base essenziali per amministrare e costruire un vero e diverso modello di sviluppo sostenibile e alternativo alle caotiche realtà metropolitane o comunque urbane che presentano chiaramente altri disagi.
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Roberto De Angelis
Sindaco di Cossignano
Coordinatore dei piccoli comuni ANCI Marche
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