Consiglio Territoriale dell’Immigrazione a Fermo

Fermo – La seduta del Consiglio Territoriale dell’Immigrazione tenutasi oggi, 9 ottobre, convocata dal Prefetto Di Lullo presso l’Ufficio Territoriale del Governo, è servita quale luogo istituzionale di incontro e confronto tra tutti i soggetti, pubblici e privati, che a vario titolo sono coinvolti in materia di immigrazione e, nello specifico, sul fenomeno migratorio che sta interessando anche il territorio della provincia di Fermo.
Il Consiglio si è sviluppato in più sessioni tematiche al fine di poter approfondire in modo interdisciplinare alcune questioni legate alla gestione dell’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
La prima sessione ha riguardato un confronto bilaterale Prefettura – gestori dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) attivati dalla Prefettura stessa sul territorio provinciale, a seguito della suddivisione in quote dei “migranti” che sbarcano sulle coste italiane, prestabilite a livello centrale, dal Ministero dell’Interno, con una ripartizione regionale e, poi, in ambito provinciale tra le Prefetture.
L’interlocuzione diretta con tutti gli enti e le cooperative che gestiscono attualmente i CAS è servita non solo per fare il punto della situazione sull’andamento della gestione dei Centri, ma anche per impartire alcune indicazioni volte a migliorare il flusso veicolare delle notizie dai CAS alla Prefettura (rispetto alla reportistica ordinaria, relativa alla contabilità del numero delle presenze quotidiane). Si sono approfonditi, a titolo esemplificativo, i presupposti, fattuali e giuridici, alla base di situazioni che possano essere effettivamente considerate rappresentative di azioni violente da parte degli ospiti dei Centri ai fini dell’emanazione dei decreti di revoca dell’accoglienza ai i sensi dell’art. 23 del D.Lgs. n. 142/2015. Su questo specifico punto, il Prefetto ha segnalato ai gestori l’importanza di sporgere immediata denuncia al Commissariato di Pubblica Sicurezza o ai Comandi Compagnia e/o Stazione dei Carabinieri affinché possano essere da subito debellati azioni di emulazione da parte di altri ospiti dei Centri medesimi e perché i decreti di revoca possano, tra l’altro, passare il vaglio dei contenziosi che, a volte, si aprono dinanzi al T.A.R. per i ricorsi che vengono fatti dai legali nei confronti dei provvedimenti amministrativi prefettizi.
Così come si sono date delle indicazioni su come formulare alla Prefettura la comunicazione degli allontanamenti dai CAS, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 142/2015, quando avvengono senza preavviso e autorizzazione, al fine di poter correttamente provvedere, anche in questi casi, alla revoca dell’accoglienza.
Le condizioni di vita nei CAS attivati in questa provincia sono, comunque, buone e non si registrano situazioni di criticità generalizzata all’interno delle strutture, anche grazie alle misure tempestive sempre intraprese da questa Prefettura, in raccordo con l’Ufficio Immigrazione della Questura, nei confronti di singoli, sporadici episodi.
Anche in questa provincia si è avviata la cosiddetta “accoglienza diffusa”, che è al centro di un accordo in ambito nazionale tra Ministero dell’Interno e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) affinché la presenza degli stranieri in attesa di protezione internazionale non sia impattante sui territori delle singole comunità locali. Per tali ragioni, sul territorio provinciale il numero maggiore di migranti si trova nel Comune Capoluogo e negli altri Comuni più grandi, dove, in alcuni casi, come per la Città di Fermo, si è superato il numero tendenziale previsto, ma senza creare situazioni di criticità grazie anche a modalità virtuose dell’accoglienza in ottime strutture gestite da enti, sia ecclesiastici che del terzo settore “privato – sociale”. Anzi, la sottoscrizione con diversi Sindaci del territorio provinciale, tra cui il Comune di Fermo, di protocolli d’intesa per l’utilizzo, su base volontaria, dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale in “lavori di pubblica utilità” a favore delle comunità locali ed in ausilio alle Amministrazioni locali, stanno portando, in molti casi, ad una effettiva integrazione ed un fenomeno, quale quello migratorio, visto spesso solo come fonte di problemi, in diverse circostanze è divenuto in diversi comuni del Fermano un valore aggiunto ed una ricchezza sociale, culturale ed economica.
Per queste ragioni, il Prefetto di Fermo, Mara Di Lullo, ha colto l’occasione per ringraziare pubblicamente, in sede di Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, tutti i Sindaci per l’attenzione prestata e per lo spirito di servizio dimostrato, quali Ufficiali di Governo oltre che rappresentanti delle rispettive comunità locali, nella collaborazione della gestione del fenomeno migratorio in questa provincia, che si è rilevata costruttiva, produttiva di positivi effetti e, più che altro, pone un argine a possibili situazioni di disagio e di conseguenti proteste, che, comunque, vanno sempre tenute in debito conto per cercare soluzioni che non siano in distonia con il comune sentire.
Di primaria importanza anche le sessioni successive, allargate a tutti gli stakeholders, pubblici e privati, coinvolti nel fenomeno migratorio.
In tal senso, l’Asur Area Vasta 4, ha illustrato agli stessi Gestori dei CAS, oltre che ai Sindaci e alle Forze di Polizia, il nuovo Protocollo, condiviso con la Prefettura, il cui titolo racchiude in sintesi il suo contenuto: “Accoglienza sanitaria dei migranti forzati, tutela della salute pubblica e dei lavoratori dei centri di accoglienza”.
Si tratta di uno strumento agile e operativo che, pur adottando un approccio rigorosamente scientifico, è di facile consultazione e fornisce informazioni e indicazioni a tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nell’accoglienza dei migranti. Un aspetto innovativo del Protocollo Sanitario, basato sull’esperienza consolidatasi nel tempo, è stata l’individuazione di due presidi medici (ambulatori) dedicati ai migranti che sono in attesa dell’attivazione del proprio codice fiscale provvisorio numerico, al fine di poter garantire in modo sistematico e continuativo, l’assistenza sanitaria ai migranti sin dal momento del loro arrivo, senza, al contempo, ingolfare il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fermo anche quando non si è in presenza di emergenze reali. Tra gli accertamenti sanitari previsti, anche la radiografia standard del torace ai fini di un controllo preventivo sulla diagnosi della tubercolosi. Ciascun CAS terrà le schede sanitarie di ciascun singolo ospite nella struttura, che dovranno essere aggiornate e seguiranno il percorso personale di ciascun migrante.
Il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione ha, altresì, accolto molto favorevolmente il progetto presentato dai rappresentanti dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) denominato “Ristart” volto al Rimpatrio Volontario Assistito.
Il Prefetto ha sollecitato i Gestori dei CAS a collaborare con i referenti dell’OIM (presenti in Consiglio) per promuovere fortemente all’interno delle proprie strutture questa possibilità data ai migranti di poter far rientro nei propri Paesi attraverso un’assistenza amministrativa, operativa ed anche economica, essendo un progetto finanziato appositamente allo scopo e ricordando, a tal proposito, l’accordo assunto a livello centrale tra il Ministro dell’Interno e il Presidente dell’OIM. Così come vanno sostenuti e promossi altri analoghi progetti di rimpatrio assistito, come quello portato avanti dal Gus anche in questa provincia.
Il Prefetto Di Lullo ha invitato a partecipare alla seduta del Consiglio anche il Presidente del Centro di Cultura Islamica del Piceno, l’Imam Abdellah Labdidi, che ha colto molto favorevolmente la possibilità di poter avviare una seria interlocuzione con le Istituzioni egli enti del no profit interessati al fenomeno migratorio, garantendo la massima disponibilità sua personale e della sua comunità nell’agevolare il dialogo con gli ospiti dei centri di accoglienza per una sempre maggiore integrazione e per scongiurare, pertanto, la nascita di ghetti potenzialmente pericolosi per l’ordine sociale di comunità locali di piccole dimensioni quali quelle che caratterizzano il territorio Fermano. Il Prefetto ha, altresì, rimarcato l’importanza della realizzazione di un vero e proprio “tavolo interreligioso” anche in questa provincia, sulla scia del “Patto nazionale per un Islam Italiano, espressione di una comunità aperta, integrata e aderente ai valori e principi dell’ordinamento statale”, sottoscritto dal Ministro dell’Interno con i rappresentanti delle principali organizzazioni islamiche presenti in Italia. Il Prefetto ha evidenziato che il seme è stato gettato proprio nella seduta del Consiglio Territoriale dell’Immigrazione di oggi, a cui ha partecipato anche la Curia dell’Arcidiocesi di Fermo, impegnata anch’essa in prima linea, a Fermo, sul “fronte migranti” per aver messo a disposizione, sin dall’inizio dell’emergenza profughi, il Seminario Arcivescovile, primo Centro di Accoglienza Straordinaria attivato da questa Prefettura sin dal 2013 e in cui sono tuttora ospitati un centinaio di migranti.
Di fondamentale importanza è stata nella parte conclusiva della seduta del consiglio, la presenza di numerosi Sindaci, che hanno partecipato rappresentando, in alcuni casi, le specificità proprie dei rispettivi territori comunali in merito all’accoglienza dei migranti. A tutti i Sindaci, il Prefetto ha voluto assicurare e ribadire che la collocazione degli stessi nei diversi comuni della provincia non avverrà mai con modalità e numeri tali da rendere l’accoglienza stessa un reale problema per la convivenza civile all’interno delle singole comunità locali.
A tal riguardo, anche il bando di gara che la Prefettura si appresta a pubblicare continuerà ad andare nella direzione ormai segnata in questa provincia e servirà, sostanzialmente, per ratificare il numero di presenze già esistenti, con nuove convenzioni, che saranno sottoscritte con i soggetti – pubblici o privati, ecclesiastici o laici – aggiudicatari del nuovo bando di gara. E’ stato, altresì, anticipato che il nuovo bando prevede una lieve aliquota in più, pari a un po’ meno del 25% sulle presenze attuali, che non necessariamente verrà coperta, ma che darà la possibilità, in casi di emergenze, di non andare a sovraffollare le strutture, come in alcuni casi è dovuto succedere per mancanza di posti e non potendo, al contempo, tenere gli stranieri richiedenti l’asilo politico senza assistenza bivaccando lungo le vie pubbliche della Città di Fermo. In sintesi, a fronte di una presenza posti pari a circa 650 posti nei CAS attualmente attivi si passerà ad una capienza potenziale di circa 800 posti.
Il numero, in relazione anche alle esperienze pregresse, si ritiene sostenibile soprattutto attraverso il consolidato sistema dell’accoglienza diffusa.
Il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione è stato anche l’occasione per promuovere con gli Amministratori locali l’adesione alla cosiddetta accoglienza di secondo livello, che consente ai sindaci di partecipare ai bandi gestiti dal sistema centrale dello SPRAR per attivare strutture SPRAR nei rispettivi territori comunali attraverso finanziamenti appositamente stanziati.
Il Prefetto ha, da ultimo, ringraziato tutte le Forze di Polizia per l’ottimo lavoro che quotidianamente svolgono sul territorio provinciale anche sul fronte migratorio, ricevendo da loro rassicurazioni sulla assenza di significative criticità in merito.
© 2017, Redazione. All rights reserved.