Chi ha ucciso il Sindaco Pescatore?

 
Cupra Marittima – Il 22 novembre si è tenuto a Roma l’incontro – dibattito dal titolo “Chi ha ucciso il Sindaco Pescatore?”, promosso ed organizzato dalla Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore. Angelo Vassallo, sindaco di Pollica,  fu ucciso il 5 settembre 2010.
Per l’occasione sono stati invitati ed hanno partecipato anche molti sindaci ed amministratori dei comuni italiani.
Anche Cupra Marittima ha voluto esserci, con l’assessore Roberta Rossi, a testimonianza della vicinanza alla fondazione Vassallo, per ribadire con forza il ruolo che lo Stato e le istituzioni devono avere a salvaguardia della legalità, contro ogni forma di violenza e sopraffazione.
I relatori dell’incontro sono stati Dario Vassallo, Presidente della “Fondazione Vassallo” ed i giornalisti della Repubblica, Fatto Quotidiano e del Messaggero.
Tra il nutrito pubblico c’erano Dario Riccoboni dell’Associazione “Addio Pizzo”, Antonio Bassolino, Stefano Fassina, Antonio Ingroia, Michele Emiliano, Rosario Cusmai e tante altre personalità, né sono mancati i saluti scritti o video di Leoluca Orlando, Luigi De Magistris e dell’europarlamentare Gianni Pittella.

Per l’assessore cuprense Roberta Rossi: “Quando muore un servitore dello Stato come Angelo, si deve avere la capacità di dare delle risposte. Sono trascorsi oltre sette anni dall’uccisione di Angelo Vassallo, assassinato con nove colpi di pistola, ed oggi più che mai si è alla ricerca della verità. La stessa va raggiunta con la diretta partecipazione ed impegno di tutti: Politica, Magistratura, Forze dell’Ordine, Giornalisti, Società Civile.”
Si è attivato un percorso al fine di portare alla costituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta chiamata a fare luce sull’uccisione di Angelo. In caso di esito negativo, la Fondazione Vassallo si rivolgerà alla Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Quale risposta dare quindi alla domanda “Chi ha ucciso il sindaco pescatore?”.
La morte violenta di Angelo, oltre che arrecare grandi sofferenze alle persone che lo amavano, è stato un attacco diretto allo Stato, alla democrazia, al bene comune. E’ lo Stato italiano che in primis deve farsi carico della ricerca della verità, smascherando e portando alla luce quei legami, interessi, che hanno spezzato la vita di Angelo e di tanti altri fedeli servitori del nostro Paese.
 

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