Francesco Poroli “Like Kobe. Il Mamba spiegato ai miei figli”
“Il punto non è essere Kobe Bryant. Il punto è diventare il Kobe Bryant di se stessi.”
Un libro per grandi e piccoli su uno dei più grandi artisti che il basket abbia mai conosciuto, Kobe Bryant. L’illustratore Francesco Poroli l’ha realizzato pensando ai suoi figli Riccardo e Beatrice e a tutti quelli che cercavano un’altra occasione per ripercorrere la carriera del Mamba, ma anche a quei pochissimi che si sono persi il suo talento finché era in attività, vale a dire fino al 13 aprile 2016, e hanno voglia di recuperare.
Venti stagioni NBA, tutte con la canotta gialloviola dei Los Angeles Lakers, una metà con il numero 8, l’altra con il 24 – il primo per continuità con il numero scelto da piccolo, quando dava spettacolo sui playground italiani al seguito di suo padre Joe, ala, tra le altre, della Reggiana e dell’Olimpia Pistoia; il secondo per dire che se vuoi arrivare ad essere uno dei migliori non basta il talento, ma occorre lavorare al tuo sogno 24 ore su 24. (Sul numero 24, in realtà, esiste un’altra teoria, quella che porta dalle parti del mito Michael Jordan e della sua iconica canotta 23 dei Chicago Bulls: Kobe, che ha sempre sfrontatamente puntato a superare il mito, non ha forse voluto dirlo platealmente anche con quel 23+1 sulla maglia?)
Cinque titoli conquistati, nel 2000, 2001, 2002, 2009, 2010, i primi tre in comproprietà con l’altra star Shaquille O’Neill, gli ultimi due da mattatore assoluto. Due ori olimpici, a Pechino 2008 e a Londra 2012. Terzo miglior marcatore della storia dietro Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone. E poi decine di altri record. Su tutti i più sorprendenti, per chi scrive, sono i seguenti: Kobe ha segnato almeno una volta 40 punti contro ogni squadra NBA e in ben 25 partite ne ha segnati più di 50. Se è stato tutto così mostruosamente vincente nella storia di Kobe, Poroli non commette l’errore di santificare l’eroe, usa invece il tono delicato della fiaba sportiva, dove nessuna vittoria arriva gratuitamente, ma è frutto di un instancabile lavoro e di un’ossessione coltivata senza soste. Con le sue figure geometriche, mostra Kobe come un uomo in grado di trasformare tutto ciò che di negativo la vita gli pone davanti in un’opportunità per mettersi alla prova, e in questo modo realizzare sogni che per i comuni mortali sarebbero semplicemente irrealizzabili.
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