Giornata della Memoria, ricorrenza ufficiale della Shoah a
Castelleone di Suasa, 2018-01-23 – Il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è riconosciuta, dalla legge 211 del 20 luglio 2000, come “Giorno della Memoria”, per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
L’Amministrazione comunale di Castelleone di Suasa, in base all’alternanza decisa con le locali Scuole, celebra tutti gli anni, una ricorrenza tra il 27 Gennaio, Giornata della Memoria ed il 10 Febbraio, Giorno del Ricordo, e quest’anno, rivolge l’attenzione alla Giornata della Memoria, in cui le scuole (5^ Elementare e 1^ Media) andranno a visitare la più antica comunità ebraica d’Italia, quella di Ancona, per non dimenticare ciò che è accaduto.
La Comunità ebraica di Ancona, sorta intorno al X secolo, quando dal porto, giunsero ad Ancona molti ebrei italiani, levantini, marrani e portoghesi, ha iniziato ad integrarsi, a crescere ed affermarsi, grazie al peso delle attività che questa esercitava sull’economia cittadina (gli scambi con l’estero e al prestito di denaro).
A partire dal XVI secolo però, con l’annessione della città allo Stato della Chiesa, forti costrizioni vengono applicate nei confronti degli ebrei. Già dal 1427 gli viene imposta la residenza dentro un’area separata, che si ipotizza si estendesse dalla vecchia Via del Bagno (l’attuale piazza di fronte al Teatro delle Muse) fino a Piazza Kennedy. Area che, con l’avvento del papa Paolo IV, nel 1555 viene trasformata in un vero e proprio ghetto. Ed è per volontà di questo papa e dell’Inquisizione che vengono perseguiti, con arresti, alcuni furono bruciati nel Campo della Mostra, oggi Piazza Malatesta, nella quale ritroviamo una lapide in loro memoria.
Negli anni successivi e fino al 1700, le dimensioni della Comunità ebraica variano a seconda dei papi governanti. Nel 1763 vivono ad Ancona 1290 ebrei e la frattura creata dai secoli di emarginazione è profonda. Ma è con l’arrivo delle truppe francesi che la Comunità può finalmente tornare a respirare. I confini del ghetto assieme ai suoi portoni, vengono abbattuti nel 1861, quando le Marche vengono annesse al Regno d’Italia e la nuova borghesia entrerà a far parte della vita pubblica cittadina. Nel Novecento, la migrazione di molte famiglie e le deportazioni nazi-fasciste riducono la grandezza della Comunità, che oggi consta di circa duecento persone.
È proprio nel cuore del ghetto che sono situate, al numero 14 di Via Astagno, le due sinagoghe. L’edificio dove risiedono viene costruito nel 1876 per ospitare la sinagoga levantina. Viene aggiunto in seguito, al piano di sotto, il tempio di rito italiano. I due luoghi sono oggi comunicanti grazie a un ingresso comune.
L’impegno dell’Amministrazione comunale è, quindi, ricordare e far ricordare, questo giorno come obbligo morale, una necessità, che nasce dal profondo dell’anima e che tiene viva la memoria, soprattutto per le nuove generazioni.
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