dalla Regione Marche
2018-02-01
STOCCAGGIO GAS: LA REGIONE NON E’ A FAVORE E NEGHERA’ L’INTESA
L’assessore all’Ambiente sottolinea che la Regione Marche non è a favore del progetto di stoccaggio gas a San Benedetto del Tronto. L’intervento al Tribunale amministrativo delle Marche sul ricorso presentato dal locale comitato di cittadini non è contro di loro, ma ribadisce che nonostante la valutazione di impatto ambientale rilasciata dagli uffici ormai cinque anni fa, la Regione Marche era, è e sarà contraria al deposito. La volontà della Regione è quella di non dare l’intesa, nel momento che il Ministero la chiederà. Questo consente la legge, indipendentemente dal parere tecnico ambientale in passato emesso. Nessuna ambiguità, la Regione chiamata in causa difende, come di consueto, l’operato dei propri tecnici, ma la decisione politica è quella già assunta dalla precedente giunta e rafforzata dalla mozione dell’attuale Consiglio regionale (n. 79 del 2016). L’intesa regionale è condizione imprescindibile per il rilascio della concessione di stoccaggio, che in sua assenza non potrà essere rilasciata. La Regione Marche difende e difenderà le proprie prerogative di rappresentanza e salvaguardia degli interessi dei cittadini e del territorio marchigiani, in ogni modo e in ogni sede. La giunta regionale, prima nella seduta del 28/01/2013 poi in quella del 24/10/2015, ha motivato il dissenso all’intesa sulla base di diverse ragioni. In primo luogo, il progetto non rientra nella pianificazione energetica regionale. In secondo luogo, riguarda un’area ad alta densità abitativa, fortemente urbanizzata, in cui insistono infrastrutture viarie come l’A14, dall’elevata vocazione turistica, con contraccolpi sull’occupazione e senza che possano escludersi a priori rischi di sicurezza. La Regione non potrà pertanto esprimere un’intesa in merito. Concetto ribadito anche dal consigliere regionale di maggioranza eletto a San Benedetto del Tronto che sottolinea come, se i molti che hanno rilasciato dichiarazioni avessero letto gli atti prima di diffondere notizie false e tendenziose, non si avrebbe la necessità di chiarire ciò che è chiarissimo.
Parte la formazione straordinaria sui contratti pubblici per le stazioni appaltanti del territorio: accordo tra l’Agenzia per la Coesione e ITACA (organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome).
Qualificare il personale delle stazioni appaltanti operanti sul territorio nazionale dopo la profonda riforma della disciplina dei contratti pubblici. Questo è l’obiettivo che si prefigge il “Piano nazionale di formazione in materia di appalti pubblici e concessioni”, finanziato a valere sul PROGRAMMA DI AZIONE E COESIONE COMPLEMENTARE AL PON GOVERNANCE E ASSISTENZA TECNICA 2007-2013 e regolato da apposita Convenzione sottoscritta tra l’Agenzia per la Coesione Territoriale e l’Istituto ITACA, organo tecnico delle Regioni che si occupa di contratti pubblici.
Si tratta di un articolato intervento di formazione dal taglio operativo, destinato al personale impegnato nella gestione dei contratti pubblici. A seguito del completamento della prima fase del Piano (che ha visto l’erogazione dell’attività formativa attraverso le piattaforme e-learning di ITACA), SNA e Regioni, raccogliendo la domanda di circa 25.000 utenti delle stazioni appaltanti di ambito centrale e territoriale, dal prossimo mese di febbraio sarà avviata la seconda fase. Quest’ultima prevede la formazione presso le sedi di ciascuna Regione e Provincia autonoma, dedicata al personale delle centrali di committenza di Regioni e Comuni, nonché delle Autorità di gestione dei fondi europei.
Qualificare le stazioni appaltanti è un obiettivo che proviene dal nuovo Codice, che ha introdotto l’obbligo della formazione quale requisito base per tutte le stazioni appaltanti – ha sottolineato il presidente di ITACA, vice presidente della Regione Marche – La stessa Commissione europea richiama gli Stati Membri a impegnarsi in un percorso di professionalizzazione delle amministrazioni e di realizzazione di un’architettura che governi tale attività in modo organico e sistematico. La Conferenza delle Regioni si è impegnata a promuovere un’organizzazione stabile per la formazione continua in materia di contratti pubblici.
“L’iniziativa rientra nell’ambito dell’importante azione di accompagnamento che l’Agenzia per la Coesione Territoriale – nell’ambito del protocollo d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Conferenza delle Regioni e la SNA – sta offrendo alle amministrazioni con riferimento al settore degli appalti”, ha dichiarato Riccardo Monaco dell’Autorità di Gestione del Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. “In particolare, grazie a questo progetto, riusciamo a rispondere alle esigenze di rafforzamento delle capacità tecnico – amministrative manifestate da un rilevante numero di amministrazioni che coinvolge tutti i livelli di governo del territorio, con particolare attenzione agli amministratori locali. L’azione potrà inoltre avere importanti ricadute nell’ambito degli interventi di miglioramento delle competenze inseriti nella seconda fase dei Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA) in fase di avvio”.
Agricoltura nella zone montane, Agea liquida i contributi compensativi rispettando gli impegni assunti la scorsa settimana con la Regione
Come promesso e anticipato, a seguito dell’incontro tecnico del 24 gennaio scorso, sollecitato dalla Regione e condotto dai funzionari del servizio Agricoltura, si sono sbloccati i pagamenti delle domande a superficie 2017. L’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha liquidato 4.214 richieste di contributo per le aree montane marchigiane, pagando agli agricoltori oltre 6,9 milioni di indennizzi. Le istanze pervenute dalle Marche sono state 5.107, per un importo superiore a 8,8 milioni di euro. Rispettando gli impegni presi con la Regione, Agea (ente erogatore) ha recuperato i ritardi accumulati, saldando le pratiche complete. Restano da liquidare 893 domande incomplete che andranno ora regolarizzate dagli agricoltori e dagli allevatori interessati alle indennità per i mancati redditi e i costi correlati allo svolgimento dell’attività agricola e zootecnica nelle aree montane. Agea ha consentito che anche i tecnici regionali possano istruire il perfezionamento delle richieste. Lo comunica la vice presidente della Regione che aveva sollecitato l’Agenzia al rispetto degli impegni. Il tavolo tecnico si era riunito per stilare un cronoprogramma dettagliato. La prima scadenza, rileva la vice presidente, ha coinciso con i tempi concordati. Ora restano da pagare, entro il 20 febbraio, le 1.500 domande per il biologico, mentre, nel semestre entrante, andranno liquidate tutte le restanti richieste inevase degli agricoltori.
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