Studi UniCam per ridurre l’uso della cocaina

Il National Institute of Health (NIH) segnala uno studio di due ricercatori Unicam su farmaci innovativi contro le tossicodipendenze
 
Camerino, 22 febbraio 2018 – Alcuni studi di due ricercatori Unicam, il prof. Roberto Ciccocioppo ed il dott. Nazzareno Cannella, della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, sono stati recentemente ripresi e segnalati anche dal National Institute of Health, una delle principali istituzioni al mondo che si occupa di salute pubblica.
Il lavoro di ricerca suggerisce che l’attivazione concomitante dei recettori oppioidi MOP e NOP sia alla base dell’azione di farmaci capaci di ridurre il desiderio ed il consumo di cocaina.
Partendo dai dati pubblicati dai ricercatori italiani, il National Institute of Health (NIH), propone ora la possibilità che questi nuovi risultati possano aprire la via allo sviluppo di terapie innovative per il trattamento della dipendenza da psicostimolanti.
“E’ certamente una grande soddisfazione – ha affermato il prof. Roberto Ciccocioppo – vedere che la qualità del nostro lavoro di ricerca ha portato l’NIH americano a riprenderlo e rilanciarlo, ipotizzando che questa possa essere una nuova via per lo sviluppo di farmaci innovativi nella terapia della dipendenza da sostanze.
“Il nostro auspicio – ha proseguito il prof. Ciccocioppo – è che a questo punto altri gruppi di ricercatori, sia italiani che internazionali, possano riprendere queste nostre ipotesi e far sì che vengano sviluppati farmaci che, sulla base dei meccanismi che noi abbiamo scoperto, possano essere utilizzati con più efficacia per la terapia della dipendenza da sostanze, che sta diventando sempre più un problema globale che impatta fortemente sulla nostra società, soprattutto sui giovani e sugli adolescenti”.
Studi UniCam per ridurre l’uso della cocainaNazzareno Cannella
I due ricercatori Unicam hanno osservato che la somministrazione di buprenorfina, un farmaco oppioide, utilizzato in terapia per la dipendenza da eroina, a volte sembra ridurre l’assunzione di cocaina, ma solo se somministrata a dosi elevate, perché è proprio a queste dosi che si attiva sia il recettore oppioide MOP che quello NOP della nocicettina.
Seguendo questi indizi, i ricercatori dell’Università di Camerino hanno dimostrato che l’autoamministrazione della cocaina diminuisce se i ratti sono trattati con composti che attivano i due recettori contemporaneamente e con potenza approssimativamente simile.
“Sulla base dei dati ottenuti con la buprenorpfina – ha dichiarato il dott. Cannella – abbiamo condotto un nuovo studio nel quale testando il cebranopadolo, un farmaco attualmente in sperimentazione clinica come antidolorifico che attiva il recettore MOP e NOP con la stessa potenza, ne abbiamo dimostrato la capacità di riduce l’auto-somministrazione di cocaina.
Abbiamo quindi proposto la possibilità che il cebranopadolo possa rappresentare un candidato promettente per il trattamento della dipendenza da cocaina, ipotesi alla quale anche l’istituzione mondiale più importante nell’ambito degli studi sulle dipendenze, il National Institute of Drug Abuse americano, sembrerebbe particolarmente interessato”.
“L’auspicio – ha concluso il dott. Cannella – ora è che, attraverso programmi di ricerca internazionali, questa ipotesi presto possa essere testata in pazienti cocainomani”.
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