dall’Amat

2018-03-05
PESARO, DA GIOVEDÌ 8 A DOMENICA 11 MARZO
ULTIMO APPUNTAMENTO DELLA GOLD SEASON DEL TEATRO ROSSINI
CON IL GENIO DEL TEATRO PETER BROOK
IN ESCLUSIVA REGIONALE CON BATTLEFIELD
 
 
Da giovedì 8 a domenica 11 marzo volge al termine la Gold Season del Teatro Rossini di Pesaro, la stagione per festeggiare i 200 anni dall’apertura del teatro promossa dal Comune di Pesaro con l’AMAT.
L’appuntamento in esclusiva regionale è con Battlefield, uno sguardo sul grande teatro internazionale, un vero e proprio “incontro con la storia” con il genio del teatro, il maestro Peter Brook, uno dei registi più importanti della scena internazionale di tutti i tempi.
Con lo spettacolo termina anche Oltre la scena, ciclo di incontri curati dall’AMAT con le compagnie protagoniste al Teatro Rossini, preziosi momenti di approfondimento per il pubblico. L’incontro la compagnia di Battlefield si svolge sabato 10 marzo alle ore 18 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini (ingresso gratuito).
A distanza di trent’anni dal suo Mahabharata, opera memorabile e monumentale celebre poema epico indiano, uno dei testi fondamentali della religione induista, il maestro Peter Brook torna sul palcoscenico con Battlefield e lo fa scegliendo Fermo per il suo attesissimo debutto italiano. Nel 1985 la messinscena di quest’opera sconvolse il Festival di Avignone, oggi con Battlefield – cofirmato nella regia con Marie-Hélène Estienne– Brook prova a far rivivere una storia di violenza e rimorso che interroga il nostro tempo e riflette i conflitti che straziano il mondo. Non un semplice racconto, ma una guerra di sterminio che si consuma tra fazioni della stessa famiglia dei Bharata. Una storia universale che insegna ancora, inaspettatamente, ad aprire gli occhi di fronte alle realtà che la vita presenta.
“Il Mahabharata non è un semplice libro – affermano Peter Brook e Marie-Hélène Estienne -, né una grandiosa serie ma un’immensa tela che ricopre tutti gli aspetti dell’esistenza umana. In essa troviamo tutte le domande che popolano le nostre vite in un modo che è insieme contemporaneo e urgente. Dopo molte migliaia di anni il Mahabharata ci mostra ancora e in maniera sempre sorprendente, come aprire i nostri occhi di fronte a ciò che la realtà chiede. Il Mahabharata parla della sanguinosa guerra che ha spezzato la famiglia Bharata. Da una parte ci sono cinque fratelli, i Pandavas, dall’altra i loro cugini, i Kauravas, figli del re cieco Dritarashtra. Entrambe le parti utilizzano terribili armi di distruzione. Alla fine sono i Pandavas a vincere. Milioni di corpi senza vita giacciono al suolo. Ed ora Yudishtira – il più vecchio dei Pandavas – è chiamato a diventare Re. La vittoria ha il sapore amaro della sconfitta. Entrambi Yudishtira e Dritarashtra, il vecchio Re, sono preda dei rimorsi e soffrono, si interrogano sulle azioni che hanno commesso cercando di fuggire le proprie responsabilità per il disastro. Come potranno vivere con la consapevolezza di aver contribuito al massacro, come potranno trovare la pace interiore ora che hanno perso le loro famiglie, i loro figli e alleati? La ricchezza di linguaggio di quest’opera epica e senza tempo, le sue storie sempre incredibili, ci permettono di portare sul palcoscenico una situazione che pur appartenendo al passato riflette gli impietosi conflitti dell’oggi”.
Lo spettacolo, in lingua inglese con sopratitoli in italiano, è da Mahabharata e la pièce di Jean-Claude Carrière, adattato e diretto da Peter Brook e Marie-Hélène Estienne, musiche composte e eseguite da Toshi Tsuchitori, i costumi sono di Oria Puppo luci Philippe Vialatte, interpretato da Karen Aldridge, Edwin Lee Gibson, Jared McNeill, Larry Yando. Traduzione e adattamento in italiano sono a cura di Luca Delgado, la produzione dello spettacolo è di C.I.C.T. – Théâtre des Bouffes du Nord in coproduzione con The Grotowski Institute, PARCO Co. Ltd / Tokyo, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Young Vic Theatre, Singapore Repertory Theater, Le Théâtre de Liège, C.I.R.T., Attiki Cultural Society, Cercle des Partenaires des Bouffes du Nord.
Per informazioni e biglietti: Teatro Rossini 0721 387621. Inizio spettacolo: da giovedì a sabato ore 21, domenica ore 17.

DOPO IL SILENZIO CON SEBASTIANO LO MONACO ED ELISABETTA POZZI
MERCOLEDÌ 7 MARZO AL TEATRO SANZIO DI URBINO

Uno spettacolo di alto valore morale e civile, affidato a due attori di razza come Sebastiano Lo Monaco ed Elisabetta Pozzi e al giovane interprete Turi MoriccaDopo il silenzio giunge al Teatro Sanzio di Urbinomercoledì 7 marzo nella stagione di prosa promossa dal Comune con l’AMAT. Il lavoro, che prende le mosse dal libro Liberi tutti di Pietro Grasso con la drammaturgia di Francesco Niccolini e Margherita Rubino e la regisa di Alessio Pizzech parla di mafia e di omertà ma anche di diritti e speranza.

“In Dopo il Silenzio – afferma il regista Alessio Pizzech – la parola teatrale diventa strumento di indagine di una Storia di un paese, l’Italia, che coincide, si scontra talora, diverge e poi trova punti di contatto con la storia della mafia con i suoi addentellati politico / economici, con il suo ribaltamento valoriale che si è unito ad un imbarbarimento dei costumi e della vita pubblica. La scrittura di Grasso e la drammaturgia di Niccolini ci proiettano in una necessità comunicativa che solleciti, incuriosisca e ponga lo spettatore in un’attenzione profonda verso l’esperienza umana con tutte le sue contraddizioni e con quella necessaria capacità di comprensione e sospensione del giudizio. Il teatro da sempre fonte di salvezza spirituale e specchio della collettività, ci consente di viaggiare fra le immagini, i ricordi, i frammenti di un intero che si è spezzato tra intimidazioni, bombe, morte portata nelle pubbliche piazze. Le generazioni ed il dialogo tra esse, diventa l’asse attorno a cui ruota la scrittura scenica di Dopo il Silenzio. Il dovere che Pietro Grasso si dà è quello di passare la storia, di farla conoscere ai giovani. Un dialogo acceso e vibrante quindi questo spettacolo, che mette di fronte due generazioni, due punti di vista totalmente opposti del leggere la vita. In un luogo dell’attesa, in un purgatorio dell’anima, in una condizione fuori dal tempo e dallo spazio dove fa breccia la grande storia con i suo eventi, i destini di questo giovane e dell’uomo si incontrano per fare i conti con la propria coscienza. Sul limitare di un tempo che sta scadendo il giovane e l’uomo fanno un viaggio interiore che vuole essere una consapevole ridiscussione dei motivi della propria vita delle scelte più o meno eticamente vissute. Quei due uomini tanto diversi tra loro, confrontano le loro vite in un faccia a faccia che parte dalla mafia come fenomeno esterno a sé per arrivare ad una definizione di mafia come condizione interiore dell’uomo, come reazione a problematiche sociali, come risposta sbagliata a bisogni inespressi, come prodotto di un silenzio complice; una mafia che nasce in ognuno quando il dialogo con propri valori non sia aperto e leale”.

Le scene dello spettacolo – prodotto da Sicilia Teatro e Spoleto56 Festival dei 2Mondi – sono di Giacomo Tringali, i costumi di Cristina Da Rold, le musiche di Dario Arcidiacono, le luci di Luigi Ascione, gli interventi video di Giacomo Verde, i canti originali di Carlo Muratori con il coro Discantus diretto dal Maestro Salvo Sampieri.

Per informazioni e biglietti: biglietteria del teatro Sanzio 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.

TEATRI D’AUTORE
MERCOLEDÌ 7 MARZO AL TEATRO APOLLO DI MONDAVIO
STORIA DI ENA DI E CON LUCIA PALOZZI
 
 
Mercoledì 7 marzo prosegue al Teatro Apollo di Mondavio Teatri d’Autore, la stagione di prosa dei Teatri Storici della provincia di Pesaro e Urbino, organizzata da AMAT, con il sostegno della Regione Marche e dei Comuni della Rete. In scena Storia di Ena di e con Lucia Palozzi dal romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda, regia di Gianfrancesco Mattioni.
Questa è la vera storia del lungo viaggio di un giovanissimo ragazzo afghano, Enaiatollah, partito dalla sua terra di origine quando aveva 10 anni e arrivato in Italia all’età di 17. Una storia speciale, una storia a lieto fine che coinvolge e impressiona, lasciando agli spettatori molti stimoli da elaborare, da un sentimento di ingiustizia e dispiacere per la vicenda e la condizione del protagonista, simile a quella di migliaia di migranti che come lui tentano di raggiungere l’Italia e l’Europa, ad un senso di ammirazione e stupore per il suo coraggio e la sua capacità di superare le enormi difficoltà e pericoli che incontra durante il suo cammino.
Lo spettacolo vuole stimolare una riflessione sul rapporto con lo “straniero” e fornire un altro punto di vista da cui guardare a noi stessi, Italiani, Europei, Occidentali, alle nostre convinzioni, abitudini, stili di vita.
Una breve parte della narrazione è destinata a fornire al pubblico informazioni generali sul fenomeno migratorio, sulle leggi che regolano l’accoglienza o il respingimento e sull’iter burocratico che un migrante si trova ad affrontare una volta arrivato in Italia.
Lo spettacolo è prodotto da ATGTP Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata, le scene sono di Chiara Gagliardini.
Informazioni: Rete Teatrale della provincia di Pesaro e Urbino 0721 3592515, 366 6305500 www.amatmarche.net, reteteatripu@amat.marche.it. Inizio spettacolo ore 21.15.
FABRIANO, TEATRO GENTILE VENERDÌ 9 MARZO
QUATTRO DONNE E UNA CANAGLIA CON
MARISA LAURITO, CORINNE CLERY, BARBARA BOUCHET E GIANFRANCO D’ANGELO
Il divertimento è assicurato venerdì 9 marzo al Teatro Gentile di Fabriano con Quattro donne e una canaglia – spettacolo proposto nella stagione realizzata dal Comune di Fabriano con l’AMAT – con Marisa LauritoCorinne CleryBarbara Bouchet e la partecipazione straordinaria di Gianfranco D’Angelo, tutti alle prese con questo divertente e intrigante testo di Pierre Chesnot che mette in evidenza il rapporto quasi mai risolto tra uomo e donna, in cui ogni protagonista si muove con grande maestria e leggerezza, coinvolgendo il pubblico in un susseguirsi irrefrenabile di ilarità, malintesi e gustose battute.
Davvero straordinarie e divertenti le donne orbitanti attorno a questo classico Maschio Crudele (La Canaglia) che in maniera impenitente alterna la propria vita da una donna a un’altra con cadenza decennale, fino a collezionare un’ex-moglie, una moglie, un’ex-amante ed una amante molto giovane.
Fin qui tutto sembra sotto il suo controllo sapiente e magistrale. Ma un nuovo impensabile e irrealizzabile progetto della canaglia scombina questo apparente perfetto menage. La canaglia sembra spacciata, ma nell’imprevedibile finale dimostra tutta la sua coerenza.
Attraverso il divertente e intrigante testo di Pierre Chesnot, ogni interprete si muove con grande maestria e leggerezza, coinvolgendo il pubblico in un susseguirsi irrefrenabile di ilarità, coinvolti da un succedersi di irresistibili malintesi e gustose battute, mai volgari, ma capaci di incollarti alla poltrona per tutta la durata dello spettacolo, senza osservare mai l’orologio.
Lo spettacolo è prodotto da Spettacoli Teatrali Produzioni, la regia è di Nicasio Anzelmo.
Per informazioni e biglietti (da 8 a 25 euro): biglietteria Teatro Gentile 0732 3644. Inizio spettacolo ore 21.
FERMO, TEATRO DELL’AQUILA VENERDÌ 9 MARZO
GIORGIO MONTANINI IN ELOQUIO DI UN PERDENTE
 
 
Venerdì 9 marzo Giorgio Montanini, il comedian più irriverente del panorama italiano, l’unico che ha portato la sua dissacrante comicità senza censure in tv, torna nella “sua” Fermo, al Teatro dell’Aquila con il nuovo spettacolo Eloquio di un perdente, proposto fuori abbonamento nella stagione promossa dal Comune con l’AMAT e consigliato a un pubblico adulto.
 
Niente orpelli scenici, nessuno specchio per le allodole. Sul palco, con il Nemico Pubblico nazionale, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena comica.
Cos’è il centro? Connotazione geografica a parte, il centro rappresenta, nell’immaginario comune, il fulcro. Il cuore. L’equilibrio. La stabilità. La sicurezza. Il giusto. Quando l’immaginario si concretizza e cresce attraverso convenzioni, luoghi comuni e sovrastrutture sociali, chi ci assicura che quello sia veramente il centro?
Nel film Matrix gli uomini vivevano una vita apparentemente reale, credevano fermamente in quello che vedevano. In realtà erano addormentati e vegetavano in uno stato comatoso indotto. Indotto dalle macchine che li sfruttavano e se ne servivano come fonte di energia e sostentamento. Noi ci siamo mai chiesti se ciò che diamo per assodato essere giusto, sia giusto veramente. Sia giusto per tutti e non solo per pochi. Ci siamo mai chiesti se, i parametri utilizzati per definire il “giusto”, non vengano redatti definiti e diffusi proprio da quei pochi? Sappiamo cosa sia la pazzia, di cosa aver paura, cosa sia l’estremismo perche’ ne siamo consapevoli o perche’ ce l’hanno detto? Se siamo consapevoli allora la nostra specie è fottuta, fottuta, già estinta. Se ce l’hanno detto e scopriamo che non è vero, come accade Matrix e iniziamo la rivoluzione.
Nel suo settimo monologo, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Schernisce il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico. Contemporaneamente non si esime dall’assumersi le responsabilità individuali e non risparmia nulla al pubblico. Lo ammonisce e lo esorta a prendere coscienza che, per quanto paradossale, il potere e quindi il destinatario delle invettive, siamo noi.
Lo spettacolo è prodotto da AltraScena art management. Per informazioni: biglietteria del teatro 0734 284295. Inizio spettacolo ore 21.
© 2018, Redazione. All rights reserved.