dall’Amat

2018-03-30
ASCOLI PICENO, TEATRO VENTIDIO BASSO GIOVEDÌ 5 E VENERDÌ 6 APRILE
PER NON MORIRE DI MAFIA DI PIETRO GRASSO CON SEBASTIANO LO MONACO
CONCLUDE LA STAGIONE TEATRALE

Volge al termine la stagione del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno promossa dal Comune con l’AMAT. L’ultimo appuntamento in cartellone è giovedì 5 e venerdì 6 aprile con lo sguardo su uno dei grandi temi, la mafia, che hanno da sempre segnato la vita della Sicilia e dell’Italia. Sebastiano Lo Monaco è il protagonista dell’adattamento teatrale del libro di Pietro Grasso e Alberto La Volpe Per non morire di mafia portato in scena con la regia di Alessio Pizzech. Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità.

Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia.
“Finché la mafia esiste – afferma Pietro Grasso – bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l’ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre pi forte, con cittadini sempre meno liberi”.

“Non un semplice spettacolo – dichiara Alessio Pizzech – ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità. Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell‘intera pièce che si dipana così tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola. Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda legge morale”.

La versione scenica è diì Nicola Fano, l’adattamento drammaturgico di Margherita Rubino, le musiche di Dario Arcidiacono, le scene di Giacomo Tringali, i costumi di Cristina Darold, le luci di Luigi Ascione, i canti tradizionali di Clara Salvo. Lo spettacolo è prodotto da SiciliaTeatro Associazione

Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770. Inizio spettacolo ore 20.30.FERMO, TEATRO DELL’AQUILA MERCOLEDÌ 4 APRILE
CON VESTIRE GLI IGNUDI ULTIMO APPUNTAMENTO DI CLASSICO CONTEMPORANEO

 
Ultimo appuntamento mercoledì 4 aprile al Teatro Teatro dell’Aquila di Fermo di Classico contemporaneo, la stagione dedicata alle esperienze più contemporanee promossa – accanto a quella di prosa – dal Comune di Fermo e dall’AMAT in collaborazione con la Regione Marche e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. In scena Vestire gli ignudi di Luigi Pirandello, adattamento e regia di Gaetano Aronica. Con Classico Contemporaneo prosegue anche Scuola di platea, seguitissimo progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori di Fermo promosso dall’AMAT e dal Comune di Fermo. La partecipazione allo spettacolo è solo il momento centrale di un programma che prevede incontri propedeutici e confronti con la compagnia.

“Una giovane donna, Ersilia Drei, viene ritrovata in fin di vita in un giardino pubblico. La sua storia, raccontata da un giornalista, sale alla ribalta delle cronache e diventa un caso nazionale, ma le dichiarazioni della donna provocano uno scandalo che pare trasformarsi in un intrigo inestricabile. Chi è Ersilia Drei? E chi sono gli altri personaggi di questa vicenda che sembra uscire dalle pagine dei giornali di oggi o da un format televisivo specializzato in fatti di cronaca? Vestire gli ignudi è una storia nera – si legge nelle note di regia – che potrebbe essere letta come una seduta psicanalitica. Il flusso di coscienza della protagonista è lo specchio deformante che smaschera la vera natura degli altri personaggi, facendone emergere il lato oscuro, a tratti terribile. Il testo è attraversato da una violenza sotterranea, da una volontà di sopraffazione che è per i personaggi del dramma, ragione stessa del proprio vivere. Tutti cercano di dissimulare il desiderio di trasgressione con un pietistico sentimentalismo e un buonismo di facciata sotto i quali si nasconde il più spietato egoismo. Vestire gli ignudi è una storia di sesso, potere e visibilità mediatica che sembra scritta ai giorni nostri. Ed è soprattutto la storia di una libertà, di una ribellione ad una società imprigionata nei meccanismi della forma. Il contrasto fra maschile e femminile si incarna in quest’opera, nelle celebre dicotomia pirandelliana tra forma e vita. Pirandello scrisse Vestire gli ignudi nel 1922, mentre I Sei Personaggi in cerca d’autore imperversava con successo sui palcoscenici d’Europa. Ho sempre pensato che il fantasma di quel capolavoro dovesse ancora aleggiare nella mente dello scrittore. Non a caso, Ersilia Drei è considerata a più voci come il settimo personaggio pirandelliano in cerca d’autore, con una differenza: quelli compaiono evocati dalla mente di chi li ha creati; lei arriva direttamente dalla strada”.

Gli attori in scena sono Andrea Tidona, Vittoria Faro, Gaetano Aronica, Stefano Trizzino, Barbara Capucci e Fabrizio Milano. Scene e costumi sono di Antonia Petrocelli, il disegno luci di Luca Pastore. Lo spettacolo è prodotto da Fondazione Teatro Pirandello.

Informazioni e biglietti: Teatro dell’Aquila 0734 284295. Inizio spettacolo ore 21.

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