La Violenza non ha sesso: uomini e donne uniti per contrastare il debolicidio

 
IL COMUNE DI SAN BENEDETTO CAMBIA LA CULTURA SULLA VIOLENZA

San Benedetto del Tronto, 2018-03-23 – “La Violenza non ha sesso” è il titolo dell’innovativo convegno, che si è tenuto ieri all’Auditorium Tebaldini del Comune di San Benedetto del Tronto. Proposto per la prima volta in Italia da parte di un’amministrazione pubblica, nel convegno è stata presentata una nuova interpretazione della Violenza nella Relazione ( la “Teoria del Debolicidio”) ed è stato messo in luce un aspetto a tutt’oggi negato dall’opinione pubblica: che la violenza è agita sia dagli uomini ma anche dalle donne.
Non poteva essere altrimenti, vista la nota sensibilità e attenzione che il Sindaco Pasqualino Piunti volge alla tematica della sicurezza e parità di genere: ricordiamo infatti che è sato il primo assessore maschio in Italia a ricoprire la delega Pari Opportunità.
Ideatore e responsabile scientifico dell’iniziativa è stato l’Assessore alle Pari Opportunità dott.ssa Antonella Baiocchi: “Uno degli obiettivi del mio mandato è proprio quello di contrastare l’Analfabetismo Psicologico e la Violenza che ne scaturisce e questo convegno è ad oggi la punta di diamante di questo lavoro di sensibilizzazione e formazione. e’ stato ideato con l’obiettivo di riavvicinare il mondo maschile e quello femminile facendo comprendere che, in merito alla questione della violenza, il vero nemico da combattere non è il maschio, ma la cultura fallace con cui sia maschi che femmine gestiscono le divergenze.
Moderatore del convegno, il dott. Vincenzo Luciani, direttore delle cure tutelari dell’ASUR, il quale si è mostrato entusiasta dell’iniziatva descritta come un’occasione formativa senza precedenti in cui si sono voluti coraggiosamente contrastare i luoghi comuni fallaci della cultura dominante in merito alla violenza.
Nella relazione di apertura, la dott.ssa Baiocchi per spiegare il fenomeno della violenza e la sua marginale connessione al Genere ha presentato l’ interessante prospettiva della Teoria del Debolicidio: “Al di là dei dati statistici che pongono inequivocabilmente la donna oggetto privilegiato di violenza agita soprattutto per mano maschile, sia maschi che femmine utilizzano “la gestione dicotomica delle divergenze” (che si basa sulla sulla pretesa di Conoscere dove sia la Verità Assoluta ignorando che TUTTI siamo invece, portatori di Punti di Vista). Questa distorsione cognitiva, insieme a molte altre, non permette la Conciliazione, l’attuazione del Reciproco rispetto, l’esistenza in una relazione, di entrambi gli interlocutori, ma solo di uno a discapito dell’altro. Il comun denominatore di tutte le Vittime è quello di essersi trovate in un ruolo di Debolezza rispetto all’Interlocutore in posizione di Forza (Forza Fisica, Psicologica, Economica, di Ruolo). A causa di questo Analfabetismo Psicologico (funzionare con Mappe mentali infette da Distorsioni Cognitive, da lei chiamate “Virus”) chiunque, trovandosi nella posizione di poterlo fare (cioè in una posizione di “Forza”), tende a prevaricare l’interlocutore Debole: notoriamente gli Uomini, certo, ma anche le Donne, ogni qual volta vengono a trovarsi in una qualche posizione di dominanza nei confronti di donne, uomini, bambini, anziani, animali”.
A seguire le relazioni dello psichiatra Angelomarco Barioglio, il quale tra le varie cose ha spiegato le differenze tra i vari tipi di violenza sottolineando come le ferite inferte alla Psiche siano meno evidenti ma altrettanto dolorose; il magistrato Maria Rita De Angelis, con una magistrale relazione in cui ha spiegato come in ambito giuridico sia anche presente la violenza subita dagli uomini per volontà delle donne, descrivendo varie modalità tra cui lo screditamento del ruolo del padre agli occhi dei figli; la responsabile del Centro Antiviolenza Laura Gaspari, che ha illustrato i già noti dati statistici della Violenza sulle donne ed infine la tanto attesa relazione di Fabio Nestola, Direttore dell’Osservatorio Permanente FeNBi (Federazione Nazionale Bigenitorialità) e del Centro Studi ECPAT Italia. Nestola ha illustrato i risultati sorprendenti dell’unica indagine Italiana sulla violenza subita dagli Uomini per mano delle Donne: la ricerca in linea con la letteratura internazionale, ha dimostrano che la Violenza è bidirezionale: su un campione di 1058 uomini, tutti i compilatori hanno descritto almeno un tipo di violenza subita : il 63,1% del campione ha subito almeno un episodio di violenza fisica; il 48,7% ha subito almeno un episodio di violenza sessuale (tra cui interruzione improvvisa del rapporto sessuale; sessualità negata; costrizione a rapporti sgraditi con mestruazioni); il 77,2% del campione dichiara di aver subito almeno un episodio di violenza psicologica sempre ad opera di una donna nel corso della propria vita.
Non si tratta di delegittimare la Donna del suo diritto ad essere protetta ma di vedere il problema dalla giusta angolazione: in Italia vengono proposte con continuità a livello istituzionale e mediatico inchieste, sondaggi e ricerche che sono solite prendere in considerazione solo l’eventualità che la vittima della violenza di genere sia donna e che l’autore di reato sia uomo, relegando ad eccezioni (spesso non prese neppure in considerazione) le ipotesi che la violenza possa essere subita ed agita da appartenenti ad entrambi i sessi”.
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