Musei, biblioteche e turismo: le mappe dell’Appennino ferito
“Freschi d’accademia”, l’associazione “Le cento città” premia i lavori di Unimc nell’ambito del progetto regionale di rilancio delle aree interne.
Macerata – “Bisogna recuperare il valore della Comunità, inglobarla nella stessa progettazione, ripensando anche agli spazi, come le piazze, e al recupero dei beni archeologici e storici”. Le parole del rettore Francesco Adornato riassumono lo spirito di fondo che anima il lavoro dei ricercatori e delle ricercatrici dell’Ateneo coinvolti nel progetto della Regione Marche per lo sviluppo per le aree interne dell’Appennino. Lo stato dell’arte è stato tracciato oggi in occasione della premiazione voluta dall’associazione “Le cento città” che, attraverso l’iniziativa “Freschi d’accademia”, vuole dare visibilità alle eccellenze scientifico–culturali delle Università marchigiane, attraverso l’assegnazione di un riconoscimento simbolico, finalità ricordate dal presidente Giorgio Rossi e dal delegato Alessandro Rappelli.
Come ha detto in apertura il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, “è necessaria una nuova narrazione dell’appennino e delle aree interne della nostra regione, in grado di invertire quella, estremizzata dal terremoto, che le vuole come aree in declino”. Per questo i quattro atenei regionali e l’Istao sono stati coinvolti dalla Regione nel percorso di di questi territori feriti.
Roberto Perna, archeologo e docente Unimc, insieme alla sua squadra di lavoro, ha redatto una carta dei musei pre e post sisma, dove viene evidenziata una situazione estremamente critica. I progetti proposti per il sostegno delle realtà museali puntano al miglioramento della qualità dei servizi e della fruibilità, anche in un’ottica di rete, e all’attivazione di interazioni con piccole e medie imprese strategiche, come quelle operanti nel settore energie rinnovabili o dell’editoria.
Anche il quadro delle biblioteche e degli archivi tracciato dalla professoressa Rosa Marisa Borraccini non è incoraggiante: degli 85 Comuni censiti, il 22% non hanno la biblioteca; il 25% hanno una biblioteca non fruibile; il 5% solo parzialmente fruibile. “La biblioteca pubblica, come ha ricordato l’Unesco, è la via di accesso locale alla conoscenza”, ha ribadito la docente, indicando alcune linee di rilancio che vanno dall’allestimento di poli di aggregazione a progetti di digitalizzazione. Alla ricostruzione di una senso di comunità mirano anche le attività portate avanti da Paola Nicolini, docente di psicologia dello sviluppo, che si è impegnata sul fronte delle scuole, dei servizi educativi per l’infanzia e del sostegno alle comunità con molteplici iniziative. Mara Cerquetti, ricercatrice di economia e gestione delle imprese, ha ribadito la necessità della formazione e dell’aggiornamento e figure professionali adeguate per valorizzare il territorio. Allo stesso tempo, il turismo, indicato dagli 87 sindaci intervistati come una potenzialità, deve essere considerato un’attività trasversale che deve irrorare le altre, come la valorizzazione dei beni culturali, la mobilità sostenibile, l’agrifood e il made in Italy.
“Le reali possibilità di sviluppo territoriale – ha ribadito Eleonora Cutrini, docente di economia applicata – poggiano sulla capacità di creare integrazione tra risorse culturali e creative e sulla soluzione di problemi diffusi nel sistema della imprese minori”.
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