dall’Amat
2018-04-17
ASCOLI PICENO, TEATRO VENTIDIO BASSO GIOVEDÌ 19 APRILE
GIORGIO MONTANINI IN ELOQUIO DI UN PERDENTE
Giovedì 19 aprile Giorgio Montanini, il comedian più irriverente del panorama italiano, l’unico che ha portato la sua dissacrante comicità senza censure in tv, arriva al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno con il nuovo spettacolo Eloquio di un perdente, proposto fuori abbonamento nella stagione promossa dal Comune con l’AMAT e consigliato a un pubblico adulto.
Niente orpelli scenici, nessuno specchio per le allodole. Sul palco, con il Nemico Pubblico nazionale, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena comica.
Cos’è il centro? Connotazione geografica a parte, il centro rappresenta, nell’immaginario comune, il fulcro. Il cuore. L’equilibrio. La stabilità. La sicurezza. Il giusto. Quando l’immaginario si concretizza e cresce attraverso convenzioni, luoghi comuni e sovrastrutture sociali, chi ci assicura che quello sia veramente il centro?
Nel film Matrix gli uomini vivevano una vita apparentemente reale, credevano fermamente in quello che vedevano. In realtà erano addormentati e vegetavano in uno stato comatoso indotto. Indotto dalle macchine che li sfruttavano e se ne servivano come fonte di energia e sostentamento. Noi ci siamo mai chiesti se ciò che diamo per assodato essere giusto, sia giusto veramente. Sia giusto per tutti e non solo per pochi. Ci siamo mai chiesti se, i parametri utilizzati per definire il “giusto”, non vengano redatti definiti e diffusi proprio da quei pochi? Sappiamo cosa sia la pazzia, di cosa aver paura, cosa sia l’estremismo perche’ ne siamo consapevoli o perche’ ce l’hanno detto? Se siamo consapevoli allora la nostra specie è fottuta, fottuta, già estinta. Se ce l’hanno detto e scopriamo che non è vero, come accade Matrix e iniziamo la rivoluzione.
Nel suo settimo monologo, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Schernisce il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico. Contemporaneamente non si esime dall’assumersi le responsabilità individuali e non risparmia nulla al pubblico. Lo ammonisce e lo esorta a prendere coscienza che, per quanto paradossale, il potere e quindi il destinatario delle invettive, siamo noi.
Lo spettacolo è prodotto da AltraScena art management. Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770. Inizio spettacolo ore 21.RECANATI, UN TEATRO PERSIANI GREMITO
HA ACCOLTO CON ENTUSIASMO I LAVORI DI XSIANIXNOI
Un Teatro Persiani gremito di grandi e piccini ha accolto con grande entusiasmo domenica 15 aprile l’esito dei laboratori realizzati nell’ambito dell’officina di formazione teatrale Xsianixnoi, un prezioso progetto che da nove anni su iniziativa del Comune di Recanati e dell’AMAT affianca la stagione di prosa offrendo ai curiosi di tutte le età occasioni di partecipazione attiva allo spettacolo dal vivo.
“È stata una grande soddisfazione – afferma Rita Soccio Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Recanati – vedere cittadini di tutte le età mettersi in gioco sperimentando nuovi linguaggi con grande entusiasmo, vivendo un’esperienza di crescita personale e collettiva in un luogo, il teatro, sempre più aperto alla città che rinnova la sua vocazione di spazio privilegiato per il “benessere” personale e sociale”.
Quest’anno i laboratori – che si sono svolti durante l’inverno – e gli spettacoli sono stati ispirati dal tema de “la fonte” con la proiezione del film Missione acqua prodotto dai bambini delle scuole primarie a cura della compagnia 7-8 chili che domenica ha consegnato dei veri e propri Oscar ai ragazzi delle 11 classi che durante l’anno scolastico si sono impegnati nell’ideazione e realizzazione del video.
A seguire gli studenti delle scuole secondarie di I grado di Recanati guidati da Lorenzo Bastianelli hanno presentato il poetico (Romeo+Giulietta)³, spettacolo esito del laboratorio condotto nel corso dell’anno.
Ha concluso la giornata dedicata a Xsianixnoi il lavoro degli adulti, La Fonte, liberamente tratto da Un nemico del popolo di Henrik Ibsen e coordinato da Sonia Antinori.
VENERDÌ 20 APRILE AL TEATRO TIBERINI DI SAN LORENZO IN CAMPO
DON ANTONIO IN CONCERTO
Dopo il trionfale tour europeo con Alejandro Escovedo e forte dei lusinghieri riscontri sui media nazionali e internazionali, Don Antonio presenta venerdì 20 aprile al Teatro Tiberini di San Lorenzo in Campo la sua musica evocativa, calda e meticcia. Il concerto è proposto nel cartellone di TeatrOltre promosso dall’AMAT con, tra gli altri, il Comune di San Lorenzo in Campo e fa parte di KLANG altri suoni, altri spazi, rassegna musicale regionale realizzata da AMAT con il Loop Live Club.
Don Antonio è un uomo e un disco. Una storia vera e un viaggio a Sud. Don Antonio è Don Antonio Gramentieri.
Musicista, produttore, internazionalista del suono italiano, fondatore di Sacri Cuori, autore di musiche per il cinema, il teatro, la televisione e la pubblicità. Don Antonio è il suo primo disco solista. Registrato in Sicilia (allo Zen Arcade, con la collaborazione di Cesare Basile), rifinito in Romagna con gli amici e i collaboratori di una vita, Don Antonio è un disco che si lascia il continente dietro le spalle e suona con la faccia rivolta verso il mare, affacciato sull’ultimo lembo di Italia e di Europa. Don Antonio invita a un ballo trasversale a tutti i folklori e intanto dipinge un’identità mediterranea senza ammiccamenti. Dolce e amara, romantica e spietata, vicina e distante. Un’identità che oggi slitta sul suo asse e si trova a vivere simultaneamente l’Est e l’Ovest, il Nord e il Sud, il passato e il futuro. Il suono dell’Italia contemporanea inquadrato in un fotogramma mosso. Il continuo divenire di una geografia che perde i suoi equilibri tradizionali e intanto ne acquisisce dei nuovi, paradossali, misti e meticci. Sul piatto ci sono melodie romantiche che profumano di Sud, strappi blues, reminiscenze ambientali, twang adriatici, balli di gruppo, paesaggi cinematici, aiuole fiorite, navi al porto, personaggi misteriosi, donne eleganti. L’amore e il dolore del viaggio, del trovare e del lasciare. Con l’assoluta-poesia e l’assoluto-kitsch che, esattamente come nella vita vera, danzano abbracciati al mercato del pesce di Catania.
Per informazioni e biglietti (10 euro, ridotto 8 euro): biglietterie circuito AMAT (071 2072439 – www.vivaticket.it vendita on line), call center dello spettacolo delle Marche (071 2133600), biglietteria Teatro Tiberini (366 6305500) il giorno di spettacolo dalle ore 19. Inizio concerto ore 21.15.
TEATROLTRE, SABATO 21 APRILE AL TEATRO DELLA FORTUNA DI FANO
IN SCENA LA DANZA CON ERODIADE – FAME DI VENTO 1993>2017
Sabato 21 aprile TeatrOltre – rassegna multidisciplinare promossa dall’AMAT con, tra gli altri, la Fondazione Teatro della Fortuna – fa tappa a Fano con Erodiade – Fame di Vento 1993>2017 di Julie Ann Anzilotti, produzione Compagnia Xe, proposto nell’ambito del Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90 ideato e diretto da Marinella Guatterini.
“La scelta di inserire lo spettacolo Erodiade – Fame di Vento nell’ambito del Progetto RIC.CI –ReconstructionItalianContemporaryChoreography Anni 80/90, dedicato alla memoria della danza contemporanea italiana e alla nostra “tradizione coreutica del nuovo” – afferma Marinella Guatterini -, nasce dalla forza espressiva della fonte ispiratrice e dalle componenti concrete che hanno reso possibile l’allestimento. Lo spettacolo si ispira al poema incompiuto Hérodiade di Stéphane Mallarmé di cui restano tre frammenti e una serie di appunti. La figura centrale è Erodiade (o Salomè ma Mallarmé preferisce chiamarla con il nome della madre per differenziarla dalla Salomè moderna con i suoi stereotipi: i sette veli ecc.) vista nella sua immensa solitudine e amarezza; il mito della sensualità non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade vuole ed ottiene tutto nella sua ricerca di calore, anche la testa del Battista, che d’altra parte con il suo martirio, le aprirà la strada alla catarsi. […] La scenografia, del famoso artista visivo contemporaneo Alighiero e Boetti (scomparso prematuramente nel 1994) è un altro segno distintivo di quell’epoca segnata da collaborazioni molto attive, a teatro, tra creatori d’arte di varie discipline, in specie pittori o artisti visivi […]. Il fondale rosso con siparietto di Alighiero e Boetti e le varie parti della scena creano uno spazio suggestivo: luogo della metamorfosi, recinto “sacrale” di geometrica lucidità e invenzioni visive. Questa scenografia d’arte porta con sé un segno di grande bellezza e dona all’intero spettacolo quel tono autorevole tipico di molte produzioni dell’epoca. La narrazione coreografica ha il proprio doppio nella musicalità originaria della parola affidata alla voce fuori campo di Gabriella Bartolomei, e naturalmente al trasporto dell’incantevole partitura soprattutto di Paul Hindemith”.
“La divisione dello spettacolo Erodiade – Fame di vento in sei scene rispecchia una delle più attendibili ricostruzioni del poema tragico Hérodiade – dichiara la coreografa Julie Ann Anzilotti – che il simbolista francese Stéphane Mallarmé lasciò incompiuto dopo una difficile e lunga gestazione. […] La protagonista dello spettacolo, Erodiade, è “affamata di vento”, come mi suggerì lo stesso Alighiero e Boetti durante i nostri incontri per l’ideazione della scenografia: vuole e ottiene qualsiasi cosa, ma poi resta più sola e vuota di prima, ancora alla ricerca di qualcosa che le dia un po’ di pace. Nell’ambito del mio repertorio coreografico Erodiade – Fame di vento è stato uno spettacolo particolarmente importante: ha segnato l’inizio di un rapporto con i temi sacri che si è sviluppato negli anni, prima su figure femminili storiche, come Giovanna d’Arco e Giuditta, per poi focalizzarsi sul percorso interiore che accompagna chi si apre alla ricerca di un dialogo col divino”.
Le musiche dello spettacolo sono di Hindemith, Killmayer, F?hndrich, Rihm, i costumi di Loretta Mugnai, la consulenza musicale di Michele Porzio, scrittura vocale e voce di Gabriella Bartolomei, collaborazione artistica di Carla Chiti, il disegno luci di Andrea Berselli. Gli interpreti sono Paola Bedoni, Giulia Ciani, Liber Dorizzi, Sara Ladu, Laura Massetti, Sara Paternesi. Debutto nel 1993 dello spettacolo presso Teatro Ponchielli di Cremona nell’ambito del “Progetto Neoclassico” di Marinella Guatterini; riallestimento 2017 nell’ambito del ProgettoRIC.CI ReconstructionItalianContemporaryChoreography Anni ‘80/’90 ideato e diretto da Marinella Guatterini con il supporto di Silvia Coggiola e Matteo Rinaldini/organizzazione e comunicazione e Alberto Calcinai/fotografo. Produzione Compagnia Xe, in collaborazione con AMAT, Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi In coproduzione con Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Ravenna Festival, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, Torinodanza festival, Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale. Si ringrazia Fondazione Alighiero e Boetti.
Per informazioni e biglietti: botteghino del Teatro della Fortuna 0721 800750. Inizio spettacolo ore 21.
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