dall’UniMc

2018-04-25
Il ricordo di Barbara Pojaghi, una mente sociale
Nel giorno di quello che sarebbe stato il sessantanovesimo compleanno, l’Ateneo ha voluto ricordare la docente presentando la pubblicazione che raccoglie i contributi di amici e colleghi.
Poliedricità e generosità: sono stati due degli aggettivi più ricorrenti nel ricordare la figura di Barbara Pojaghi, docente dell’Università di Macerata venuta a mancare la sera del 1° novembre 2016. Una vita dedicata all’insegnamento – all’Università di Macerata era docente di psicologia sociale – e alla politica, come assessore e presidente del Consiglio comunale dagli anni ’90 ai primi anni del 2000.
Nel giorno di quello che sarebbe stato il suo sessantanovesimo compleanno, il 24 aprile, l’Ateneo ha voluto ricordarla presentando la pubblicazione “Una mente sociale”, edito da Franco Angeli. Il testo, a cura di Paola Nicolini e Sebastiano Porcu, raccoglie molteplici contributi ed è nato dalla volontà di non disperdere un’eredità composita e utile nella lettura di fenomeni attuali, mettendo in luce il profilo professionale, l’impegno istituzionale, i principali temi di ricerca, le collaborazioni, l’attenzione alla comunità, alla scuola e alla formazione, la partecipazione attiva alla vita sociale e politica, l’intensità delle relazioni umane della docente. “Una solare forza della natura” l’ha definita il rettore Francesco Adornato, durante l’incontro. Come sede è stata scelta quella che ospitava la Facoltà di Scienze della comunicazione, oggi unitasi con quella di Scienze politiche in un unico Dipartimento. Facoltà che ha visto Barbara Pojaghi esordire come docente e diventarne un faro prezioso. “Era una leader. Forte e determinata, sempre pronta a sostenere le sue idee, senza smarrire la disponibilità al dialogo”, ha aggiunto il rettore. Un ritratto che si è riverberato anche nelle parole di chi è intervenuto successivamente, a partire dal sindaco Romano Carancini. “E’ stata una figura centrale per la città – ha detto -. Ha saputo unire insieme in maniera mirabile pensiero e azione”. Il ricordo di Barbara Pojaghi è passato anche attraverso le parole dei direttori dei Dipartimenti che l’hanno vista più in attività. “Ha sempre sostenuto i giovani e incitava a riflettere e portare avanti le proprie idee”, ha sottolineato Ines Corti in rappresentanza della direttrice del Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali. “Ci siamo conosciuti come studenti di filosofia, quando gli studenti non erano neanche duemila e il nostro corso era ospitato al primo piano di Giurisprudenza. Ricordarla oggi significa darle un posto fra noi”, sono state le parole di Michele Corsi, direttore del Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo. “Questo libro è emblematico perché non si volge al passato come una biografia, ma guarda in avanti, consegnandoci la lezione di Barbara”, ha notato Carlo Pongetti, direttore del Dipartimento di Studi umanistici. L’impegno istituzionale della docente è stato evidenziato anche da Meri Marziali, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, di cui la Pojaghi ha fatto parte nella sua prima costituzione. La presentazione del libro è poi proseguita nel corso della mattinata e nel pomeriggio. Tanti i volti noti tra il pubblico: rappresentanti istituzionali, studiosi e ricercatori, professionisti che hanno visto trasformarsi in amicizia e affetto le collaborazioni istaurate con una donna dalla precipua mente sociale.

Enrico Calamai e Serge Latouche tra i relatori del convegno sull’Ermeneutica
“Le frontiere dell’Ermeneutica. Interpretare la società” è il titolo del convegno internazionale organizzato per venerdì 27 aprile.
“Le frontiere dell’Ermeneutica. Interpretare la società” è il titolo del convegno internazionale organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata con il contributo della Fondazione “Lavoro per la persona” per l’intera giornata di venerdì 27 aprile nella sede di corso Cavour. Lo scopo del convegno è chiarire quale sia la funzione sociale della filosofia e del suo lavoro interpretativo nel leggere il mondo contemporaneo e le sue tendenze essenziali. I lavori prenderanno il via alle 9.15 con i saluti del rettore Francesco Adornato e del direttore del Dipartimento Carlo Pongetti.
Introdotti dal professor Roberto Mancini, si confronteranno sul tema il sociologo francese Serge Latouche, padre del progetto della “decrescita serena”, Fabiola Falappa di Unimc, GerardoCunico dell’Università di Genova. Nella sessione pomeridiana, presieduta da Carla Canullo di Unimc, si alterneranno Gilbert Hottois della Libera Università di Bruxelles, EnricoGuglielminetti dell’Università di Torino ed Enrico Calamai, già Console italiano a Buenos Aires. Calamai è noto come “lo Schindler di Buenos Aires” per aver salvato centinaia di persone al tempo della dittatura militare in Argentina. Le conclusioni sono affidate a Giovanni Ferretti, già rettore di Unimc
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