La mostra su Lotto e Leopardi si arricchisce di un’opera

 
 
Recanati, Villa Colloredo Mels
Fino al 3 giugno 2018
Nelle sale di Villa Colloredo Mels fino al 3 giugno anche il dipinto
“Ritratto di Giovanni Maria Pizoni, protonotario di Ancona”

 
La mostra ha già appassionato 11mila visitatori
 
 
Recanati – Dopo l’annuncio di proroga fino al 3 giugno, ora un’altra grande novità. La mostra a Villa Colloredo Mels cura di Vittorio Sgarbi “Solo, senza fidel governo et molto inquieto de la mente. Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi” si arricchisce di un’opera a firma di Lorenzo Lotto: “Ritratto di Giovanni Maria Pizoni, protonotario di Ancona” datato 1538 circa. Un nuovo pezzo che appassionerà altri visitatori, dopo gli 11mila raggiunti dal 21 dicembre, data di inizio dell’esposizione e dove viene analizzato l’immaginario rapporto tra due anime inquiete e di grande sensibilità.
DIDASCALIA DELL’OPERA– Riguardo all’opera, entrata a pieno titolo nella letteratura lottesca in tempi relativamente recenti, il dipinto fu sottoposto a restauro nel 1984 e ripulito da una ridipintura nera di fondo che con molta probabilità risaliva alla fine dell’Ottocento. La tela mostrava sulla sinistra una pelle d’uomo scuoiato che portava ad identificare l’effigiato come San Bartolomeo. Attribuzione supportata da un passo del “Libro di Spese Diverse” (ed. Grimaldi – Sordi 2003, pp. 15,57,58) nel quale Lotto stesso, nel 1542, annota di aver donato all’amico Bartolomeo Carpan un ritratto del protonotaro Joan Maria Pizone che, eseguita in Ancona nel 1538, gli era rimasta in bottega “et dicta testa la aconciai e redussi in forza de San Bartolomio Apostolo…“. Il ritratto era in effetti stato commissionato a Lorenzo Lotto proprio il 16 novembre 1538 dallo stesso Protonotario anconetano Giovanni Maria Pizzoni, che poi rifiutò il lavoro del pittore veneto probabilmente a causa del prezzo troppo elevato. E’ per questo motivo che l’opera restò in bottega per quattro anni ed il soggetto adattato in San Bartolomeo. Sfortunatamente, quella pelle dipinta a tempera, in fase di restauro, non risultò essere un rimaneggiamento del Lotto eseguito quattro anni dopo il completamento dell’opera, bensì un rifacimento databile tra Sei e Settecento.
La pulitura restituì in ogni modo uno straordinario colore azzurro acciaio del tessuto sullo sfondo, con una piegatura sulla sinistra che ne accentua il senso di spazialità e profondità. Spogliato di qualsiasi oggetto identificativo o segno sociale, fatto salvo il tendaggio che sottolinea l’importanza del soggetto ritratto – raramente una tenda poteva fare da sfondo al ritratto di un cittadino qualunque -, l’osservatore non può che concentrarsi sul volto dell’uomo, sul gesto della mano ossuta e nervosa portata al petto, sul raffinato e prezioso damasco della veste nera, segno di maturità e fermezza. L’abito sottolinea l’appartenenza dell’uomo agli alti ranghi del clero così come il copricapo, una berretta a croce, tipico di alcune gerarchie ecclesiastiche. Questo ritratto esprime “il clima di sottile ansia psicologica, quasi di confessione a cuore aperto, indotto dalla posa stessa dell’effigiato, con quegli occhi che guardano fisso un interlocutore fuori dello spazio pittorico, ed il gesto della mano che allude ad un sincero ragionamento intimo, senza parole; una sensazione aumentata anche dall’abilità dell’orchestrazione cromatica (che, astraendo dall’incarnato, potremmo definire bitonale), fra il nero dell’abito damascato e l’azzurro metallico, freddissimo, di timbro holbeiniano, della tenda di fondo” (Mauro Lucco). L’opera proviene dalla collezione privata.
Grazie al biglietto unico, oltre alla mostra “Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi”, si possono visitare i Musei Civici di Villa Colloredo Mels, il Museo dell’Emigrazione Marchigiana, il Museo “Beniamino Gigli” e la Torre del Borgo.
La mostra è promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Recanati, con il contributo della Camera di Commercio di Macerata, Università degli Studi di Macerata e Centro Nazionale Studi Leopardiani e organizzata in collaborazione con Spazio Cultura. La mostra fa parte della programmazione di mostre ed eventi culturali per il 2017 – 2019 a Recanati dell’innovativo progetto della Società Sistema MuseoRecanati verso l’Infinito”, che fa leva sulla forte identità della città legata all’arte, alla poesia e alla musica, progetto realizzato con il contributo della Regione Marche e del Comune di Recanati.
 
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