Lidia Ravera, “Heimat, (piccola) patria” @ Parole&Nuvole

PAROLE&NUVOLE 2018
HEIMAT – (PICCOLA) PATRIA
LIDIA RAVERA
PORTO SANT’ELPIDIO – VILLA BARUCHELLO
19 APRILE 2018 – ORE 21,15

Porto Sant’Elpidio – Dopo l’incredibile successo dell’apertura con il teologo Vito Mancuso, la rassegna Parole&Nuvole continua il suo percorso, gemellato con la rassegna Fermo sui Libri 2018 e in collaborazione con il progetto La città che legge, con un secondo appuntamento molto particolare. Verrà a dire la sua sul tema dell’Heimat, (piccola) patria, una scrittrice e politica molto effervescente, che nel corso degli anni è riuscita a stupire sempre di nuovo con il suo stile brillante e la scelta di temi scomodi ed attuali, stiamo parlando di Lidia Ravera, che interverrà il 19 Aprile 2018 alle ore 21,15 presso Villa Baruchello di Porto Sant’Elpidio.
Lidia Ravera è nata a Torino nel 1951, e, dopo gli studi al liceo classico, ha incominciato subito una fitta attività di scrittrice, tra racconti brevi, romanzi romantici per la collana Bluemoon e sceneggiature Rai, sognando un giorno di pubblicare un romanzo che raccontasse la realtà della sua generazione e non una finzione ben confezionata per famiglie. L’occasione e il successo arrivano nel 1976, quando riesce a pubblicare un romanzo scritto a quattro mani con Lombardi Radice che racconta la la gioventù post-sessantottina che lei stessa aveva vissuto, dall’emblematico titolo Porci con le ali. Da lì la sua popolarità e la sua penna prendono il volo assieme ai suini del titolo, e seguono grandi romanzi che raccontano la crescita, la libertà e il malessere vissuto dai figli della rivluzione culturale, come Ammazzare il tempo (1978), Bambino mio (1979), Voi grandi (1990), Due volte vent’anni(1992), Né giovani, né vecchi (2000), La festa è finita (2002), Il freddo dentro (2003) e Piangi pure (2013), che è stato il vincitore assoluto del premio letterario Pisa nel 2013.
Nel 2013 decide di condividere il suo impegno nel sociale con un grande progetto politico condiviso assieme a Nicola Zingaretti per la Regione Lazio, di cui diventa Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili, e grazie al quale si impegna per cambiare le prospettive della giovane generazione senza patria dei nostri anni.
Nonostante gli impegni istituzionali, la Ravera però non ha mai però abbandonato la riflessione e la scrittura sui frutti e le conseguenze sociologiche dei ruggenti anni ‘70 e ‘80, sul presente e il futuro, e ha continuato a svilupparla nel romanzo Gli scaduti del 2015 e nel suo ultimo lavoro, Terzo tempo, che presenta a Parole&Nuvole. Questo romanzo racconta la vecchiaia della propria generazione, del suo sentirsi al di fuori di ogni dinamica e gioco, e la necessità per essa di un totale cambio di prospettive su sé stessi e sul proprio tempo. Urge, sembra sottesamente dire la Ravera, una riflessione che aiuti i suoi coetanei a prendere atto dei cambiamenti della c.d. terza età, del suo poter essere viva, vitale, assolutamente non passiva e invecchiata come le generazioni precedenti già a 60 anni, e soprattutto in grado di riuscire, tramite ascolto, esempio e sostegno, ad aiutare la nuova generazione a dare, nonostante le catastrofiche situazioni contingenti, il meglio di sé per costruire una nuova piccola patria a misura di tutti.
Monica Leoni, Assessore alla Cultura del Comune di Posto Sant’Elpidio, ha così definito la personalità di Lidia Ravera e l’importanza del suo intervento a Villa Baruchello: “Lidia Ravera è stata, negli anni, un punto di riferimento per intere generazioni di donne. Una donna libera, una pensatrice acuta e brillante, una scrittrice indefessa ed originale. Porterà a Parole&Nuvole il suo ultimo libro che sarà il pretesto per una riflessione più ampia e a largo raggio sulla contemporaneità.
Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha così comentato il grande contributo al tema complesso dell’Heimat che la Ravera darà con il suo libro “Terzo Tempo” : ” Il libro della Ravera, Terzo Tempo, è l’occasione per parlare di come la nostra era rimuova una delle variabili più importanti della nostra esistenza: Il tempo. Ci si illude di essere immortali, ma non è così. E la vecchiaia non è l’inferno, può essere il luogo della libertà, del progetto, della vita vera. E ancora è necessario ristabilire un rapporto fra generazioni differenti, è necessario dare il giusto valore all’esperienza e i giovani dovrebbero accogliere l’eredità di coloro che rimangono nel cuore ancora giovani per forza, energia, visione e coraggio!!!
 
 
 

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