Concorso Postacchini, al via gli appuntamenti con le scuole fermane
Continuano le audizioni. In gara anche una giovane direttrice artistica di un festival bavarese
Fermo – I giovani e il violino, un legame ogni anno più evidente per il Concorso Violinistico Internazionale “Andrea Postacchini” che, dialogando con i violinisti di ogni latitudine, apre a Fermo da venticinque anni uno spaccato di riflessione sul fil rouge che collega il mondo di uno strumento così antico, il violino, a quello dei giovani e giovanissimi. E infatti anche oggi (22 maggio) alcuni dei musicisti in gara saranno ospitati nell’Auditorium Billè del Conservatorio Pergolesi per incontrare i ragazzi delle scuole fermane. Un appuntamento sempre molto atteso che permette agli studenti di confrontarsi con altri coetanei provenienti da realtà diverse dalla loro ma accomunate da passioni e interessi tipici dell’età.
Intanto tra le mura del Teatro dell’Aquila, mentre oggi si disputa la semifinale della categoria D, ieri si è continuato il percorso di ascolto attento da parte dei sette giurati che quest’anno sono chiamati a valutare un numero di violinisti ancora maggiore rispetto agli anni scorsi, segno, ennesimo, dell’attenzione internazionale per il concorso fermano.
È infatti proprio attorno al concorso e al suo prestigio che si muovono i perché dei tanti violinisti in gara.
«Sono molto emozionata – racconta sorridente la giapponese Natsuki Gunji dopo la sua esibizione davanti alla giuria – essere qui è doppiamente bellissimo per me. Primo perché la fama di questa competizione supera ogni confine e poi perché amo l’Italia. Quando si parla del Postacchini ogni violinista ha negli occhi sia il brillio della speranza di vincerlo che la paura nel dover competere con tantissimi violinisti di livello – e conclude – Credo che si possa riuscire in questo mondo solo studiando tanto, dedicando tantissimo tempo al violino e rimanendo concentrati sul proprio obiettivo».
E il rapporto con la musica diventa davvero sfaccettato per alcuni dei ragazzi in gara. È il caso della tedesca Larissa Cidlinsky della categoria D, tra coloro che hanno superato la prima eliminatoria di categoria.
«Sono tornata al Postacchini ma vi avevo partecipato alcuni anni fa, nella categoria B – racconta la violinista classe 1994 – ora ho più esperienza rispetto a quella prima volta ma il programma da portare ovviamente è notevolmente più difficile. Sono molto emozionata ma anche molto concentrata – continua – vivo il concorso con la giusta serietà ma il mio rapporto con la musica non finisce con le competizioni, il mio obiettivo non è esclusivamente quello di far parte di un’orchestra – spiega – Da circa tre anni dirigo un festival in Bavaria, chiamato “Eggenfelden klassisch” e amo molto ascoltare anche altri generi oltre alla classica e confrontarmi con scenari musicali come il jazz, per esempio».
Nel suo approccio alla musica anche una visione inedita «Sono convinta – spiega – che la chiave del successo anche per i giovani musicisti che fanno classica sia quella di aprirsi a vari generi, sperimentare più linguaggi e non rimanere chiusi solo in un mondo».
Ad ognuno la sua formula per percorrere la strada del successo ma una cosa è certa, tutti coloro che vogliono raggiungerlo scelgono di passare per il Concorso Postacchini.
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