dalla Regione Marche
2018-05-29
REGIONALISMO DIFFERENZIATO: APPROVATE LE LINEE DI INDIRIZZO PER L’AVVIO DELL’ITER CON IL GOVERNO
Approvate questa mattina dal consiglio regionale le linee di indirizzo deliberate dalla giunta per l’avvio di un percorso con il Governo volto al riconoscimento di una maggior autonomia legislativa, amministrativa e fiscale. L’iniziativa, già intrapresa dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, si basa sul meccanismo previsto dall’articolo 116, comma III, della Costituzione, che consente alle Regioni a statuto ordinario di poter procedere all’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa con la Regione interessata.
“E’ uno degli atti più significativi sottoposti all’aula – ha commentato il presidente della Regione Luca Ceriscioli – . Presupposto per chiedere maggiori autonomie è avere i conti in ordine. Le Regioni che non hanno conti in equilibrio non possono neppure sedersi al tavolo. Stiamo portando avanti questo percorso insieme alla Regione Umbria perchè abbiamo caratteristiche simili ed esigenze comuni. E’ molto importante l’approvazione dell’atto e aprire un dialogo con il Governo quando ci sarà. Ad oggi sono riconosciuti i percorsi di autonomia fatti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e niente alle altre. Un atteggiamento particolare perché tutte le Regioni hanno la medesima dignità istituzionale”.
“La richiesta di ulteriori competenze nell’ambito legislativo, amministrativo e finanziario per l’attuazione del regionalismo differenziato – spiega l’assessore al Bilancio Fabrizio Cesetti – ha l’obiettivo di consentire all’ente di poter meglio operare in ambiti fondamentali per favorire la crescita e sviluppo del territorio, in sinergia con gli enti locali, aumentando la capacità di risposta dell’azione pubblica alle esigenze di cittadini, imprese e delle altre realtà sociali. La Regione Marche rappresenta, in virtù delle proprie caratteristiche specifiche, una realtà matura per saggiare forme e condizioni particolari di autonomia. A garantirlo sono gli elementi di virtuosità amministrativa e finanziaria, nel rispetto dei vincoli posti dal pareggio di bilancio richiesti dall’articolo 119 della Costituzione, che sono sempre stati assicurati”.
In particolare, la Regione Marche intende chiedere il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in alcune delle 23 materie indicate nell’articolo 117 della Costituzione: internalizzazione e commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione per i sistemi produttivi; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale, istruzione universitaria; territorio, rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture; Protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e sistema tributario; governance istituzionale; partecipazione alla formazione e all’attuazione del diritto dell’Unione europea.
A seguito di tale atto di indirizzo, sarà necessaria una formale iniziativa della giunta a cui seguiranno, il negoziato con il Governo, la sottoscrizione dell’intesa, la presentazione del disegno di legge governativo alle Camere e la sua successiva approvazione a maggioranza assoluta.
Bando Ciclovia Adriatica: 4 milioni ai primi quatto progetti in graduatoria che hanno come capofila Fano, Pedaso, Fermo e Civitanova Marche.
Casini: “Altre sei richieste in attesa di finanziamento”
La Regione Marche ha assegnato 4 milioni di euro ai primi quattro progetti in graduatoria del bando emanato il 23 ottobre 2017 per completare la Ciclovia Adriatica con i fondi Por Fesr. I contributi vengono concessi alle richieste che hanno come capofila i Comuni di Fano, Pedaso, Fermo, Civitanova Marche. Consentiranno di realizzare più di 13 km di nuovi percorsi. Alla scadenza del bando sono pervenute undici domande di finanziamento, dieci delle quali ammesse in graduatoria. Le risorse disponibili consentono di assegnare i contributi (con decreto 794 /TPL/28.5.2018) ai progetti che hanno raggiunto i punteggi più elevati, sulla base dell’istruttoria curata dalla commissione tecnica di valutazione. Gli altri sei in graduatoria potranno essere finanziati con le risorse che si renderanno successivamente disponibili: il ministero delle Infrastrutture e Trasporti considera la Ciclovia Adriatica una priorità e le Marche sono capofila delle sei Regioni attraversate dal tracciato. Restano in attesa di finanziamento i progetti della Biciclovia del Conero (con Falconara come capofila e altri dieci comuni coinvolti), del “Bicycle Water Front” di San Benedetto del Tronto, i due interventi di Pesaro (collegamento Gabicce Mare – Colombarone, come capofila e Foglia Vismara, come comune singolo), di Campofilone (ciclabile lungomare nord Ponte Nina) e Grottammare (nuovo tratto a integrazione dell’esistente). La Ciclovia Adriatica “è un’arteria di mobilità dolce che percorrerà tutto il litorale marchigiano – ricorda la vice presidente Anna Casini, assessore alle Piste ciclabili – Il nostro percorso presenta la più alta percentuale di infrastrutture pronte, ma discontinue e prive dei collegamenti interregionali. Destiniamo agli investimenti le disponibilità del Por Fesr perché la mobilità dolce è una priorità anche del governo regionale per promuovere la sostenibilità ambientale, la riduzione delle emissioni inquinanti, la decongestione del traffico urbano. Sulla base delle dieci richieste ammissibili, una volta terminati gli interventi, sarà possibile realizzare percorsi ciclabili per complessivi 40 km.” Il primo progetto finanziato (sulla base della graduatoria di merito) è quello di Fano, Mondolfo e Senigallia (itinerario Fano – Marotta – Senigallia), con 1,4 milioni di euro. Seguono quello di Pedaso, Altidona e Campofilone (realizzazione di tratti mancanti della ciclabile lungomare a est della linea ferroviaria) con 455 mila euro; quello di Fermo e Porto San Giorgio (ponte ciclopedonale sull’Ete Vivo e piste annesse), con 933 mila euro. A concludere, il progetto presentato da Civitanova Marche, Porto Sant’Elpidio e Potenza Picena, con 1,2 milioni per mettere a sistema la rete ciclabile dei tre Comuni.
PIANO DI CONTROLLO DEL CINGHIALE 2018-2023: RISPOSTE PIU’ EFFICACI E RAPIDE PER CONTENERE LA POPOLAZIONE DI UNGULATI E QUINDI I DANNI IN AGRICOLTURA
E’ stato presentato questa mattina in conferenza stampa il Piano di Controllo del Cinghiale 2018-2023, uno strumento di programmazione quinquennale approvato dalla Giunta regionale il 17 maggio scorso e “che si applica per la prima volta – ha spiegato l’assessore regionale alla Caccia, Moreno Pieroni – su tutto il territorio marchigiano in maniera omogenea, a seguito del passaggio delle competenze in materia di gestione e prelievo della fauna dalle Province alla Regione. Prima infatti vi erano piano provinciali che non prevedevano uniformità di interventi.”
“Sono molti anni che si fa fatica a tenere sotto controllo la popolazione di cinghiali sia per quanto riguarda i danni da incidenti stradali che soprattutto alle colture agricole – ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Ceriscioli ; abbiamo voluto quindi uno strumento efficace per dare risposte importanti a chi investe nella propria attività agricola e la vede rovinata dalla presenza dei cinghiali. Non cambiano gli obiettivi con l’eradicazione totale nella zona costiera, un numero ridotto in fascia collinare e leggermente meno nelle zone montane, ma cambiano gli strumenti che mettiamo a disposizione: la possibilità per l’agricoltore di abbattere l’animale sul proprio campo, la possibilità di mettere trappole e di costruire protezioni passive per evitare che l’animale si avvicini alle aree coltivate. Tutto ciò in collaborazione con gli otto ATC regionali e finanziato con i fondi del PSR. Una risposta più rapida nell’intervento perchè si porta a massimo 6 ore dall’avvistamento del cinghiale da parte dell’agricoltore con la possibilità di abbattimento chiamando la Polizia provinciale, così come altre tecniche di caccia ( la girata e la braccata) in funzione del raggiungimento del massimo numero di catture per limitare i danni. Un provvedimento quindi che affronta anche la tempistica, accelerando ?gli? intervent?i?, a tutela dell’agricoltore ma anche a garanzia dell’attività di caccia, fornendo le modalità più adeguate per gestire più facilmente il rapporto con il mondo agricolo. “
“ E’stato un lavoro impegnativo , durato quasi un anno – ha poi detto l’assessore Pieroni – a cui si è dedicato anima e corpo il Servizio Caccia della Regione per armonizzare le esigenze e concertare azioni mirate tra i diversi settori interessati: gli ATC, i cacciatori e il mondo agricolo. Ma uno strumento – insieme alla nuova regolamentazione sui danni in agricoltura che andremo ad approvare a breve e il provvedimento sugli indennizzi per incidenti stradali che nella legge di bilancio 2018 è già dotato di 2 milioni di euro in tre anni – che ci consente finalmente di mettere in campo interventi razionali ed efficaci. “
Per agevolare la prima applicazione del Piano di Controllo, operativo da fine luglio circa, sono stati organizzati anche percorsi formativi per i soggetti attuatori ( ATC) , agricoltori e cacciatori. La Regione Marche , inoltre, ha stabilito rispetto agli scorsi anni un periodo di caccia selettiva agli ungulati molto più lungo di circa 11 mesi all’anno. Molto significativo anche l’attività di monitoraggio degli interventi finalizzata a elaborare una dettagliata mappa del rischio cinghiali nelle varie zone e predisporre quindi azioni di prevenzione.
In allegato e mail le schede con i dettagli tecnici del Piano di Controllo: Slide_Cinghiali
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