Willie Peyoteapre il Mind Festival di Montecosaro

Fino al 29 luglio, i concerti gratuiti della scena indipendente
 
Montecosaro – Si alza il sipario sul primo appuntamento del Mind Festival, la kermesse regina dell’estate nell’ambito della musica indipendente che ogni anno riunisce a Montecosaro migliaia di amanti del genere.
Da oggi (25 luglio) e sino al 29 si alternano sul palco dei campo di via Corridoni i maggiori artisti della scena indie contemporanea, tutti rigorosamente da gustare gratuitamente o pogando sotto al palco o stando comodamente seduti nella zona ristoro tra panini, bibite e altre leccornie.
Ad aprire le danze questa sera alle ore 21.00 sarà Willie Peyote, artista dall’ottima capacità compositiva che, grazie alla sua versatilità, raggiunge il gusto di un pubblico variegato per età e genere. Non un semplice rapper come lo si potrebbe definire in maniera superficiale ma un compositore con una propria cifra stilistica che lo avvicina al cantautorato più interessante.
Al secolo Guglielmo Bruno, torinese classe 1985, si è affermato nel corso degli ultimi anni come astro crescente del panorama musicale nazionale e non solo.
La sua penna, sottile e acuta, insieme alle scelte musicale versatili e raffinate, ne fanno un artista capace di raggiungere un pubblico vasto quanto variegato, trascendendo i limiti del genere a cui appartiene.
Se il valore dei suoi testi, che potrebbe definirlo più cantautore che rapper, si evince fin dall’ascolto dei primi due dischi “Manuale del giovane nichilista” e “Non è il mio genere, il genere umano”, è con “Educazione Sabauda”, uscito il 27 novembre 2015, che la sua opera raggiunge l’apice.
Irriverente, ironico e mai convenzionale, Willie Peyote si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili.
Willie Peyote registra un crescente successo di pubblico e critica: dedicano a lui spazi i canali d’informazione più tradizionali (Tg3, Quelli che il Calcio di Rai 3, Radio 2, La Stampa, Repubblica, Rumore, Rolling Stone), e quelli di nuova generazione (a poche ore dalla sua uscita Educazione Sabauda era uno dei dischi più ascoltati su Spotify).
Ma non è solo la cifra stilistica, a metà tra il rap e il cantautorato, a fare di Willie Peyote una felice eccezione nel panorama contemporaneo italiano, ma anche e soprattutto il contenuto dei suoi testi.
Le sue liriche, infatti, danno un ritratto acuto e molto personale del presente in cui viviamo, offrono istantanee efficaci della società di oggi, ne immortalano le tendenze (”La dittatura dei non fumatori) ironizzando sui suoi vizi (C’era una Vodka) e ne offrono una critica mai scontata, come nel brano “Io non sono razzista ma…”.
Giovedì 26 invece la serata si divide in tre con un trittico d’eccezione. Si inizia con i Viito autori in costante equilibrio tra tradizione cantautorale d’autore e nuovo pop italiano. A seguire poi Galeffi, il cantautore romano che ha stupito la critica con il suo primo album, “Scudetto” registrando una sfilza di sold out. E per finire i Pop X, il collettivo artistico di Trento fondato da Davide Panizza che ha suscitato il plauso della critica.
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