Questo è Templaria… un tuffo nel Medioevo
TEMPLARIA FESTIVAL
Un bilancio della 29° edizione dedicata all’origine dei Cavalieri dell’Ordine del Tempio
Castignano – Provare a stilare un bilancio della 29sima edizione di Templaria Festival attraverso poche righe è quasi impossibile. Da moltissimi definita “la migliore edizione di sempre”, magnifica, entusiasmante, splendida, emozionante… non basterebbero gli aggettivi per descrivere questo appuntamento estivo con le “Notti da Medioevo”, che continua a scrivere la storia delle rievocazioni in costume del centro Italia.
Un’altra pagina importante si è chiusa nella tarda notte di martedì 21 agosto, quando le compagnie teatrali, i musici, i giocolieri e tutti coloro che hanno realizzato Templaria si sono confusi in un unico abbraccio collettivo con musica e danze per festeggiare, come da consuetudine, la conclusione dell’ultima delle cinque serate di Templaria Festival.
Templaria 18
Un’edizione interamente dedicata al racconto della genesi dell’Ordine del Tempio, attraverso la ricorrenza dei 900 anni da quel 1118 che gli storici prendono come riferimento per indicare la nascita dei Poveri Cavalieri di Cristo, passati alla storia come Templari. Il primo Gran Maestro, Ugo de Payns fondatore dei leggendari monaci cavalieri, deve aver vegliato e protetto anche gli organizzatori del Festival perché, complice un meteo che dopo qualche capriccio si è subito assestato sul sereno, le cinque serate del festival hanno polverizzato ogni record precedente di partecipazione ed incassi.
Basta elencare i numeri dell’edizione appena conclusa per comprendere l’entusiasmo che si respira a Castignano e la soddisfazione che provano l’intera Pro Loco, dopo mesi e mesi dedicati all’organizzazione dell’evento, l’Amministrazione Comunale, gli imprenditori e tutti coloro che a Castignano si adoperano per allestire il Festival.
Superate le 15mila presenze;
150 artisti coinvolti e più di 400 figuranti presenti;
10 teatri distribuiti all’interno del percorso;
30 compagnie coinvolte;
Più di 50 spettacoli ogni sera, senza contare il numero delle esibizioni di strada dei gruppi itineranti e delle rappresentazioni nelle Osterie o nei tanti vicoli della rocca;
10 tra taverne e punti di ristoro;
L’intera via Templari e il quartiere adiacente completamente immerso nella magia del medioevo tra botteghe, giochi ed un mercatino con tantissime bancarelle.
– Facce da Templaria
Basterebbero queste cifre per spiegare il successo clamoroso di questa 29sima edizione, ma faremmo un torto alle emozioni se ci fermassimo qui. Templaria è molto di più. A dimostrare ancora una volta, non solo e non tanto il record nazionale dell’altissimo numero di artisti a esibirsi in contemporanea, ma anche e soprattutto il loro straordinario livello qualitativo, c’è stato proprio il “complicato” tema affrontato quest’anno che poco spazio lasciava alle divagazioni e alla libera interpretazione e che, nonostante la difficoltà narrativa, è stato portato in scena in modo avvincente e attraverso il consueto, multi sfaccettato format ormai tipico del festival. I numeri infatti, non descrivono la suggestione di alcuni spettacoli, dalla potenza visiva del Teatro del Ramino, all’eleganza della compagnia dei Folli, al vibrante racconto in video-mapping di Delta Projections, fino alla profondità concettuale con cui il Tetraedo ha messo in scena la nascita dei Templari. E poi ancora, Monaci Templari che ripercorrevano l’origine dei Poveri Cavalieri di Cristo ordinando un nuovo cavaliere. Tra le novità hanno spiccato i Bohemian Bards (arrivati dalla Repubblica Ceca), i Giullari di Spade, i Cimbali, le Danze Medievali di Todi e gli applauditissimi Mercenari d’Oriente. Si sono riaffermati con nuove proposte anche i noti volti della Compagnia di Santo Macinello, di Luci sulla Danza, del Rimattore e di Andrea ed Elisa dei Circoplà, toccanti come non mai. Non potevano mancare la magia dei Focus Vitae e della compagnia In Flames, le esilaranti performances dei De Alchimia e la forza travolgente dei Futhark Folk e Fera Sancti.
Senza contare che questa edizione di Templaria è stata accompagnata da un momento di analisi storico-scientifica sull’Ordine del Tempio davvero importante. Com’è nella tradizione di Templaria, all’aspetto ludico gastronomico che vede il “paese vecchio” tuffarsi nel Medioevo fino ad esplorane profumi e sapori, sono associati il festival con i suoi spettacoli ed un percorso di analisi storica legata al tema dell’edizione. Un momento di approfondimento che nel corso di questi anni ha visto alternarsi ospiti del calibro degli storici, Franco Cardini, Enzo Valentini, Chiara Frugoni, e poi i registi Pupi Avati, Ermanno Olmi, Paolo Benvenuti, e personaggi televisivi come Roberto Giacobbo, scrittori come Carlo Martigli o Roberto Querzola, e che quest’anno ha aggiunto la presenza del Professore e storico del cristianesimo Alberto Melloni e quella dello scrittore ed archeologo Valerio Massimo Manfredi. I due incontri hanno arricchito la riflessione sull’origine dei Templari, riempiendo lo spazio ad essi dedicato con un pubblico numeroso e attento che ha tributato ai due relatori un calore davvero inaspettato.
Ma anche questo, come i numeri, spiega solo in parte il successo di questa edizione e più in generale il “fenomeno” Templaria. Fenomenale in tutti i sensi, anche dal punto di vista della longevità.
Raggiunta infatti una sorta di saturazione delle rievocazioni in costume e l’inevitabile declino di alcune analoghe manifestazioni medioevali e rinascimentali, Templaria sembra non risentire affatto della stanchezza del sistema. Al contrario sembra godere di nuova vita e con rinnovato entusiasmo rilancia e cresce dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Oltre al numero e al valore degli spettacoli, agli storici di calibro nazionale, alle ricette del XIII e XIX secolo, si punta in maniera decisa sull’aspetto scenografico che regala un’ambientazione nuova, ricca e sempre più curata, “uno spettacolo tra gli spettacoli” che ancora una volta, non ha mancato di incantare e stupire.
A dirla tutta il vero mistero di questa manifestazione è che non c’è nessuna ricetta segreta alle spalle, non una vera ragione che spieghi il successo di Templaria, piuttosto ci sono delle costanti che stabiliscono la rotta, che ne determinano l’atteggiamento edizione dopo edizione: l’attitudine al lavoro di ricerca che permette l’evoluzione del Festival e i castignanesi. Templaria per Castignano e i suoi abitanti non è un evento tra gli altri, ma un’idea con la quale identificarsi. Templaria e “sentirsi” castignanesi coincidono. Si tratta di un appuntamento innanzi tutto interiore, con cui non si vuole e non si può mancare, il legame con il centro storico sprofondato tra la luce e il buio, tra gli odori e le parole. Osando un po’ si potrebbe dire che Templaria sta a Castignano, come il Palio sta a Siena o la Quintana ad Ascoli. Una passione che si nutre di memoria ed appartenenza quindi più forte di ogni altra cosa. Ed è per questo che Templaria non potrebbe esistere senza i tanti che volontariamente partecipano ed aiutano la Pro Loco. Si tratta di una partecipazione trasversale che abbraccia più generazioni, da quella dei fondatori che per primi, in modo libero e coinvolgente, l’hanno organizzata, a quella dei 40enni che con il festival sono cresciuti dentro, fino alle ultime generazioni che non possono neppure immaginare Castignano senza Templaria. Tutti insieme artefici di un salto di qualità di questo moto spontaneo e più vivo che mai.
Un fenomeno che non smette di regalare emozioni e che sembra lontano dall’aver raggiunto la totale pienezza delle sue possibilità. Templaria ha ricordato i 900 anni dell’Ordine del Tempio nella sua 29° edizione. La prossima estate festeggerà se stessa, celebrando i 30 anni dalla sua nascita. Ci auguriamo possa essere una grande edizione, migliore di quella appena passata, ma non migliore della successiva. Perché Templaria è già grande, ma è altresì destinata a crescere grazie ai castignanesi, che hanno dentro il DNA della cocciutaggine, e quindi non possono certo sedersi sui successi ottenuti, ma devono inseguire altri obiettivi. Il primo in ordine di tempo, sarà proprio la celebrazione della leggendaria caparbietà castignanese con la tradizionale assegnazione del Premio Coppo d’Oro, il prossimo sabato 1 Settembre. Presso il Teatro Comunale verranno insigniti coloro che si sono distinti per tenacia e resilienza.
© 2018, Redazione. All rights reserved.