Implementazione di un protocollo Eras in Asur Av5
Ascoli Piceno, 2018-09-11 – La pratica clinica relativa alla gestione pre-, intra- e postoperatoria del paziente
chirurgico, in particolare ad esempio sul digiuno e sulla ripresa della nutrizione
orale, sul controllo del dolore, sulla ripresa dell’attività fisica, è stata
tradizionalmente basata su una serie di convinzioni imparate e trasmesse dai
maestri e dai libri. Nel corso degli ultimi 20 anni è stato sviluppato un nuovo
protocollo di gestione perioperatoria, definito in vari modi, giungendo negli ultimi
anni alla definizione di “ERAS” ovvero “Enhanced Recovery After Surgery”
(guarigione potenziata dopo chirurgia), a voler sottolineare che il fine ultimo del
protocollo è una significativa riduzione dello ‘stress’ e del disagio perioperatorio del
paziente, quindi una riduzione delle complicanze e, infine, della degenza postoperatoria.
Il protocollo ERAS consiste nella aderenza progressiva a tutta una serie di principi
schematizzabili in una fase pre-, intra- e postoperatoria, ma che in realtà rappresentano un
continuum unico del viaggio del paziente attraverso l’intervento chirurgico (Fig. 1).
Il protocollo è stato ideato e applicato
inizialmente alla chirurgia colorettale, ma le aree di applicazione sono attualmente
molto più estese, abbracciando ampiamente buona parte della chirurgia
dell’apparato digestivo, inclusa la chirurgia esofago-gastrica, epato-bilio-pancreatica
e dell’obesità patologica, la chirurgia ortopedica, urologica, ginecologica, toracica, e
cardio-vascolare. E’ applicabile nella maggioranza dei casi, fino all’80-90%,
escludendo ad esempio gli interventi eseguiti in urgenza e quelli dove il rischio
operatorio è particolarmente elevato. In ultimo, ma non certo di minore importanza,
è ampiamente dimostrato ormai da molti studi che la riduzione delle complicanze e
della degenza postoperatoria indotte dalla implementazione di un protocollo ERAS
determina un significativo risparmio economico. In chirurgia colorettale, ad
esempio, è stato verificato un risparmio variabile tra 2.000 e 4.000 euro per ogni
singolo caso di resezione colorettale ERAS rispetto al percorso tradizionale.
Considerando che lo scorso anno nelle Marche sono state effettuate più di 1.500
resezioni colorettali, è verosimile che la piena implementazione di un protocollo
ERAS soltanto in chirurgia colorettale su tutto il territorio regionale possa indurre un
risparmio globale da 3 a 6 milioni di euro/anno, a fronte di una spesa di
implementazione del protocollo sullo stesso territorio stimabile intorno ai 250.000 euro.
L’implementazione di ERAS in AV5 è iniziata una anno fa, quando due chirurghi, due
anestesisti, una nutrizionista e quattro infermieri hanno partecipato al Corso
nazionale di Formazione della PeriOperative Italian Society, ovvero la società
scientifica che promuove l’implementazione di ERAS. Alla fine dello scorso anno è
stato sviluppato un protocollo ERAS aziendale, discusso, condiviso e approvato circa
sei mesi orsono. Quindi è iniziata una fase di formazione professionale di quattro
mesi, inviando una serie di triplette professionali (chirurgo, anestesista, infermiere)
presso l’Ospedale di Rimini, dove un protocollo ERAS è implementato da circa 10
anni, formando “sul campo” circa 25 diversi professionisti. La fase di formazione sta
continuando attraverso una serie mensile di corsi di formazione interni, che
terminerà alla fine del corrente anno; la Direzione Strategica della AV5, quindi, ha
mostrato piena disponibilità al rimansionamento di due figure professionali
infermieristiche che rivestiranno il delicato ruolo di case-manager ad Ascoli Piceno e
a San Benedetto del Tronto, permettendo lo sviluppo dei percorsi e delle routine
interne che daranno vita alla piena implementazione clinica del protocollo entro il
prossimo anno. Allo stato attuale in Italia solo poche unità operative di chirurgia
stanno realizzando pienamente il programma e, se i risultati saranno ulteriormente
confermati nelle nostre realtà come sta avvenendo in tutto il mondo, è auspicabile
ve ne sia una progressiva diffusione.
Allo stato attuale in Italia solo poche unità operative di chirurgia stanno realizzando
pienamente il programma e, se i risultati saranno ulteriormente confermati nelle
nostre realtà come sta avvenendo in tutto il mondo, è auspicabile ve ne sia una
progressiva diffusione.
La mammografia fa parte delle metodiche diagnostiche comprendenti ecografi
dedicati alla Senologia, l’attività di Senologia Interventistica (biopsie) e la RM
mammaria. La Diagnostica Senologica è parte integrante dell’attività diagnosticoterapeutica
multidisciplinare insieme alla Chirurgia, Oncologia, Medicina Nucleare, Anatomia Patologica
e Radioterapia, al fine di offrire un approccio multidisciplinare alla patologia del seno,
come previsto dalle Linee Guida Regionali, Nazionali ed Internazionali,
alle quali l’AV5 si può allineare con un’offerta ed una organizzazione
Leggi tutto in allegato: COMUNICATO STAMPA_relazione
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