Pronto Soccorso e dintorni, intervento della Ugl provinciale
San Benedetto del Tronto, 2018-10-27 – Il Pronto Soccorso di San Benedetto per avere una ottimale funzionalità necessità di personale adeguato, separazione delle mansioni tra personale del Pronto Soccorso e personale del 118, una leadership riconosciuta da tutta l’unità operariva, spazi idonei.
L’osservazione temporanea, dove si raggiungono picchi di presenze sino a 20 pazienti, non è un luogo idoneo, anzi diventa farraginoso nella gestione e nel rispetto della privacy. Al triage lavora personale impegnato anche in emergenza territoriale il quale durante le chiamate è costretto a lasciare il triage per salire in ambulanza, e ciò fa aumentare il rischio clinico. Gestire le urgenze nel rispetto della privacy, perché se da una parte il paziente viene chiamato con un numero, dall’ altra non si può assistere che internamente alla stessa sala vengono contemporaneamente visitati due o tre pazienti vicini l’uno all’altro.
Il personale medico, infermieristico ed oss del Pronto Soccorso di San Benedetto, storicamente sì è sempre prodigato per risolvere le urgenze, maxi emergenze, oltre le proprie forze. Oltre che ovviare alle gravi carenze territoriali che spingono l’utenza a rivolgersi al Pronto Soccorso per patologie di minore entità. Le lotte poste in essere da parte di sindacati ed iniziative spontanee da parte dei lavoratori hanno permesso di raggiungere risultati positivi per migliorare l’assistenza e la sicurezza delle prestazioni. Il cambiamento gestionale che è stato voluto in questi ultimi anni, ha posto come obiettivi principali, l’abbattimento dei ricoveri nei reparti, a fronte di un aumento della qualità assistenziale.
Il sistema però, in cicliche e frequenti circostanze, non funziona, per palese carenza di personale medico, infermieristico ed oss, oltre che in Pronto Soccorso, anche nei reparti e servizi ad esso collegato.
In pediatria, cardiologia, radiologia, sala gessi, ad es, ci sono carenze di personale tali da provocare inevitabilmente aumenti dei tempi di attesa nella prestazione complessiva. Immaginare che per consulenze urologiche occorre spostarsi ad Ascoli in ambulanza quando abbiamo una chirurgia qui, sembra incredibile.
È facile scrivere su carta l’adozione di un protocollo senza il dovuto supporto organico e logistico. Spazi senza rispetto della privacy e percorsi assistenziali vanno assolutamente ridisegnati, per garantire sicurezza ai pazienti ed agli operatori. In tutto ciò il primario d’un servizio deve principalmente essere un manager dotato di forte leaderschip riconosciuta.
Non ci sono fatti personali ma è innegabile che il clima ambientale del Pronto Soccorso è stato fortemente minato in questi ultimi dieci anni. Se non si ha l’onesta mentale di riconoscere questo, vuol dire mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
Il personale chiede rispetto della propria professione, della propria persona, soprattutto chiede di lavorare nelle migliori condizioni di tranquillità. Se vuole essere mantenuto questo livello di Pronto Soccorso la Regione deve investire con personale e tecnologie avanzate.
Ugl provinciale
La Dr.ssa G. Petrelli è il nuovo Direttore del Pronto Soccorso
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