12° congresso della Cgil Marche
AL VIA I LAVORI OGGI E DOMANI ALLA MOLE DI ANCONA
Ancona, 2018-11-21 – Al via il XII congresso della Cgil Marche, da oggi sino a domani, alla Mole Vanvitelliana di Ancona. “Il lavoro è” il tema del congresso di un sindacato che conta 174mila iscritti. Ad aprire i lavori, questa mattina, la segretaria generale uscente Daniela Barbaresi, presente anche la segretaria nazionale, Gianna Fracassi.
ECONOMIA MARCHE – “Le Marche hanno avuto una crescita post crisi tra le peggiori a livello nazionale – dichiara Barbaresi – , gli ottimisti parlano di ‘ripresina’ ma la situazione è più complessa. Ci sono imprese di eccellenza ma sono insufficienti per fare sistema. Anche per l’occupazione si parla di crescita ma è solo per il lavoro precario e a tempo parziale con evidenti ripercussioni sul piano salariale”. Dunque, “crescono le diseguaglianze tra persone e territori e crescono le situazioni di disagio. A questo si sommano le debolezze sul fronte dell’export e dell’internazionalizzazione, degli investimenti e le criticità sul fronte delle infrastrutture”. Per Barbaresi, “il vero tema è capire q uale prospettiva dare alle Marche in termini di sviluppo, coesione e condivisione”.
SISMA – Dice Barbaresi: “La priorità è come garantire che, nel più grande cantiere d’Europa, la ricostruzione possa realizzarsi nel pieno rispetto della legalità, dei diritti dei lavoratori e di coloro che poi dovranno vivere in quei territori”. E poi:
“E’ necessario che istituzioni e sistema delle imprese sostengano una grande battaglia per la legalità. Sul tema della ricostruzione e dello sviluppo delle aree del sisma, insieme a Cisl e Uil, abbiamo lanciato proposte per un Patto che, partendo dalle aree interne, potesse avere un impatto per tutta la regione. Tuttavia, finora, non si è ancora sviluppato un vero e proprio confronto che vedesse protagonista la giunta regionale”.
OCCUPAZIONE – Nelle Marche, nel 2017, i lavoratori dipendenti sono 417mila. Di questi, 105mila sono precari, 142mila part-time. Ci sono poi 30mila intermittenti e 24mila in somministrazione: rispetto a 10 anni fa, mancano all’appello 18mila posti di lavoro, si sono persi 60mila posti a tempo pieno e indeterminato. “Altro elemento importante: le retribuzioni nella regione sono molto più basse delle medie nazionali e delle
altre regioni del Centro – sottolinea Barbaresi -. C’è quindi una questione salariale da affrontare oltre che occupazionale”.
IMPRESE, SANITA’, RAPPORTI CON LA REGIONE – “Anche le imprese devono fare la loro parte, la contrattazione deve essere sempre più inclusiva per riunificare il mondo del lavoro così’ da accrescerne la qualità, i diritti e il salario”. Sulla sanità,
“ci sono tanti punti critici: dai servizi territoriali all’assistenza domiciliare, occorre poi fare investimenti sulla rete dell’emergenza, potenziare il sistema della prevenzione e promuovere azioni ad hoc per ridurre le liste di attesa”.
Su tutti questi temi, i sindacati hanno provato ad avanzare proposte ma la Regione non ha voluto dare il giusto peso. “Per questo – conclude Barbaresi -, chiediamo che ci possa essere subito un cambio di passo; se così non sarà, la nostra risposta sarà la mobilitazione e la piazza”.
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