dalla Regione Marche

2018-11-09
A Pescara riunito il Tavolo tecnico della Ciclovia Adriatica, Casini: “Passi avanti per l’infrastruttura”
Si è riunito, a Pescara, nella sede della Regione Abruzzo, il primo Tavolo tecnico delle Regioni interessate al tracciato della Ciclovia Adriatica che parte da Venezia e si sviluppa, lungo la costa del Mare Adriatico, fino al Gargano. All’incontro, organizzato dalla Regione Marche, capofila del progetto e dalla Regione Abruzzo, hanno partecipato il Veneto, l’Emilia – Romagna, il Molise e la Puglia. “C’è unanimità e condivisione nella determinazione di realizzare un investimento strategico nazionale in grado di migliorare la vivibilità dei centri coinvolti, elevare la qualità ambientale dei territori attraversati, promuovere stili di vita corretti attraverso l’incentivazione della mobilità dolce”, commenta la vice presidente Anna Casini. Durante i lavori di Pescara è stato condiviso il protocollo di intesa da sottoscrivere con il ministero Infrastrutture e Trasporti per la realizzazione della ciclovia. Sono state anche pianificate tutte le attività necessarie alla predisposizione della documentazione per il bando di gara del progetto. “La Regione Marche, in quanto soggetto capofila – ricorda Casini – dovrà raccordare tutte le attività di finanziamento, progettazione e realizzazione delle opere. Inoltre si occuperà dell’erogazione delle risorse, del monitoraggio e della rendicontazione finale. I fondi per la realizzazione dell’opera saranno assegnati, nei prossimi giorni, con decreto del Ministero al quale le Regioni hanno dato l’intesa. Verrà riconosciuto un primo stanziamento di 16 milioni di euro per la realizzazione dei primi lotti funzionali”. 
La Commissione della Conferenza unificata sostiene la richiesta di Marche e Umbria di trasferire all’Anas anche l’Apecchiese e l’Arceviese. Casini: “Arterie strategiche per collegare le aree interne con la costa”
La commissione Infrastrutture della Conferenza unificata Stato Regioni sostiene la proposta di Marche e Umbria di trasferire all’Anas anche le ex strade statali Apecchiese e Arceviese. La decisione è stata assunta all’unanimità, con l’invito alla Conferenza di sancire l’intesa attraverso un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri che includa le due arterie. Lo comunica la vicepresidente Anna Casini, che aveva già inviato una lettera al ministero delle Infrastrutture auspicando una integrazione “necessaria in quanto svolgono un ruolo strategico di collegamento tra le due regioni, unendo, inoltre, le aree interne con la costa”. Commentando la decisione della Commissione, Casini rileva che “con l’integrazione, si completerebbe, in maniera organica, l’elenco delle strade marchigiane di interesse nazionale che tornano allo Stato”. Casini, in particolare, ringrazia l’assessore regionale umbro Giuseppe Chianella, “con il quale abbiamo realizzato un ottimo lavoro di squadra che ha permesso di conseguire un risultato importante per le due Regioni, in questa circostanza e nelle altre in cui erano in gioco le esigenze infrastrutturali di Marche e Umbria”.
 
GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE, CONVEGNO AD ANCONA 
Dal titolo esplicito ‘Ancora diabete?’ si svolge domani ad Ancona (Sala Raffaello, sede della Regione Marche) dalle ore 10, il convegno organizzato dalla Federazione regionale delle associazioni di tutela dei diritti dei diabetici marchigiani. L’iniziativa rientra nell’ambito della Giornata mondiale del diabete creata dalla federazione internazionale del diabete (IDF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in risposta alla crescente sfida alla salute posta dal diabete sul territorio italiano. Nel corso della mattinata, a cui prenderà parte il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, si parlerà della malattia, delle cure possibili, della ricerca e delle iniziative per arginare il fenomeno.
La Regione Marche è stata una delle prime a dotarsi di una propria legge (LR 38/1987) sulla problematica diabete mellito, a creare appositi Centri di Diabetologia con una distribuzione capillare sul territorio. Peculiarità unica in Italia, tutti i Centri sono collegati in rete adottando la stessa cartella clinica. Nel 2017 hanno fatto riferimento alle strutture 60.426 pazienti (46.108 con diabete di tipo 2, 2.596 con diabete di tipo 1, 1555 diabete gestazionale mentre i restanti  10167 vengono classificati tra pre diabete, sindromi genetiche, endocrinopatie…)
La Regione, con la collaborazione del Comitato Regionale di Diabetologia e le Associazioni Tutela diabetici, ha adottato in questi anni numerosi atti tra cui le Linee guida per l’integrazione tra Medici di Medicina generale e professionisti del settore, le indicazioni per il corretto utilizzo dei presidi diagnostici, la distribuzione nelle farmacie periferiche  per venire incontro all’utenza, le “Linee guida per la accoglienza e assistenza del minore con diabete a scuola” e, sempre per i minori, i Campi Scuola Terapeutici. Altre importanti iniziative sono in corso di organizzazione come l’’Attività fisica aerobica regolare’ strutturata con appositi esperti, le Linee guida sul diabete gestazionale, i Corsi per la istituzione della nuova figura del “diabetico guida” ed una estensione dei Campi Scuola Terapeutici anche per adulti.
Al convegno di domani interverranno il presidente della Federazione delle Associazioni Tutela del diabetico delle Marche e vice presidente nazionale Fand, Emilio Augusto Benini; la vice presidente Federazione ATDM, rappresentante minori, Maria Rosa Zampa. Dalle ore 11 la tavola rotonda sulle nuove cure del diabete di tipo 2 e di tipo 1 con il capo dipartimento Diabetologia della Regione Marche, Rosa Anna Rabini e l’endocrinologa Francesca D’Addio dell’Università di Milano.
 
FASCIA 0-6 ANNI – NIDI E SCUOLE MATERNE PIU’ QUALIFICATI E MENO COSTOSI: 6,4 MILIONI PER FINANZIARE TUTTI I 211 PROGETTI PRESENTATI DAI COMUNI
Assessore Bravi: ”Favorire territorialmente i servizi di prossimità significa dare pari istruzione a tutti i bambini”
Saranno tutti finanziati i 211 progetti presentati dai Comuni marchigiani alla Regione nell’ambito del Programma regionale 2018 degli interventi territoriali per il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni per rendere i nidi e le scuole materne più qualificati, più sicuri e con costi più bassi e accessibili a tutte le famiglie. A disposizione ci sono 6.418.025 euro.
“Considerato che gli enti locali hanno avuto poco tempo per mettere a punto la programmazione 2018 a causa di una procedura innovativa  che  prevede una progettualità diretta dei Comuni   – spiega l’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Loretta Bravi  – in accordo con il Cal,  si è ritenuto opportuno finanziare per quest’anno tutti i progetti risultati ammissibili. Gli interventi hanno lo scopo di sostenere e valorizzare, in sintonia con la Legge sulla Buona Scuola, un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni con risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti e l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori. Allo stesso tempo vogliamo sostenere le famiglie nell’espletamento delle funzioni educative e nella difficoltà a conciliare il lavoro e gli impegni familiari che condizionano fortemente le scelte della coppia per ciò che riguarda il numero dei figli e la scelta dell’impiego. L’intenzione di questo Assessorato è quella di sviluppare  pari opportunità di educazione e di istruzione, lungo tutto l’arco della vita, a partire dalla prima fascia di età 0-6 anni per arrivare all’Università e all’alta formazione”.
Quattro le tipologie di intervento previste per i Comuni: messa in sicurezza in caso di incendio; riqualificazione funzionale ed estetica; finanziamento di spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione al fine di favorirne la frequenza; promozione del coordinamento pedagogico  territoriale e formazione continua del personale educativo e docente.
 
LA SIBILLA APPENNINICA TORNA A CASA
Regione e Comune di Montemonaco hanno finanziato le attività geologiche di studio per la messa in sicurezza della Grotta sul Monte Sibilla. L’operazione diventerà anche un documentario
La Sibilla potrà ritrovare casa, o meglio la sua grotta. E’ di oggi, infatti, la notizia che sul Monte Sibilla in località Montemonaco ( AP), nel Parco dei Sibillini, sono state avviate diverse attività di studio geologico, finalizzate alla messa in sicurezza della cosiddetta Grotta della Sibilla.  “ Un intervento – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni – che rappresenta  nel contempo  un’operazione culturale, si tratta infatti del recupero di un sito divenuto leggendario proprio perché,  secondo la tradizione, vi risiedeva la Sibilla, sia un’ ulteriore segnale di attenzione verso il territorio dei Sibillini fortemente segnato dagli eventi drammatici.” E tutta l’operazione di messa in sicurezza della grotta diventerà anche un documentario, con un’equipe specializzata anche per le video ispezioni nelle cavità, guidata da Tullio Bernabei, speleologo, alpinista, subacqueo, giornalista, autore di moltissimi documentari per la Rai ( Geo, Kilimangiaro, Ulisse) e per i più grandi network televisivi italiani e internazionali . “E questa azione diventa quindi anche una vera e propria attività promozionale di uno dei Parchi più belli delle Marche – prosegue Pieroni –  che merita di essere sempre più valorizzato. Da secoli quella grotta, anzi l’Antro della Sibilla, è stata meta di veri e propri pellegrinaggi che alimentavano il mito della profetessa, ebbene vorremo che tornasse ad essere un itinerario naturalistico turistico sempre più frequentato.  “
La grotta si apre a pochi metri dalla vetta della montagna e consiste in un’ampia dolina di crollo ingombra di massi. Le fonti antiche riferiscono che in quel punto vi era l’ingresso accessibile ad una cavità sotterranea identificata per secoli come la grotta della Sibilla appenninica.  Gli studi prevedono inoltre alcune trivellazioni di diametro minimo (meno di 15 cm) da condurre in base ai risultati dei sondaggi geoelettrici che hanno individuato dei vuoti, confermando quindi  l’esistenza di un ipogeo di estensione non nota.
“ Sarà anche l’occasione per osservare il suolo dal punto di vista geologico – rimarca l’assessore all’Ambiente e Difesa del Suolo, Angelo Sciapichetti – perché dai sondaggi si potranno ricavare ulteriori informazioni per la messa in sicurezza della frana che ostruisce il vecchio ingresso dagli inizi del ‘900 . Per questo la Regione ha  co-finanziato l’operazione insieme al Comune di Montemonaco con 50 mila euro.  Insomma – conclude Sciapichetti –  la Sibilla, che identifica da sempre la cultura di quei luoghi col suo mito, oggi può diventare anche un po’ il simbolo della rinascita, anche lei aveva perso casa e vorremmo che tornasse ad abitarla.”
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