Doppia preferenza di genere e dintorni
DOPPIA PREFERENZA PER LA PARITÀ DI GENERE: «UN OBIETTIVO COMUNE. NO AD ULTIMATUM O BATTAGLIE PERSONALI»
Il presidente dell’Assemblea legislativa Mastrovincenzo, il capogruppo Urbinati ed il presidente della commissione Affari istituzionali Giacinti intervengono sul tema, sollevato di recente in un’iniziativa pubblica promossa dall’assessora Bora
«Sull’introduzione del meccanismo tutti i gruppi consiliari che hanno presentato proposte diverse in commissione sono d’accordo, ma dovendo mettere mano ad una legge che regola il funzionamento di un’istituzione democratica occorre approfondire qualsiasi modifica nelle sedi competenti»
ANCONA, 13 NOVEMBRE 2018 – Doppia prefrenza per la parità di genere da introdurre nella legge elettorale regionale «un obiettivo di interesse generale ed un principio condiviso da tutti. Non c’è alcuna battaglia da vincere né alcun interesse dei singoli rispetto all’interesse comune». Così il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mastrovincenzo, il capogruppo in Consiglio regionale, Fabio Urbinati, ed il presidente della commissione Affari istituzionali, Francesco Giacinti, intervengono sull’introduzione della doppia preferenza per la parità di genere. Tema al centro di una recente iniziativa pubblica promossa dall’assessora alle Pari Opportunità, Manuela Bora, che ha rimarcato la necessità di calendarizzare la discussione in aula entro la fine dell’anno.
«Quando si parla di legge elettorale – riprendono i tre esponenti democratici – si parla di una legge che regola il funzionamento di un’istituzione democratica, quindi le regole vanno scritte e condivise tra maggioranza e minoranza. In prima commissione, che è l’organismo competente in materia – sottolineano Giacinti, Mastrovincenzo ed Urbinati –, sono pervenute quattro proposte di legge, tutte da gruppi consiliari diversi. Queste pdl, legittimamente, prevedono la modifica di diversi aspetti dell’attuale legge elettorale quali la dimensione dei collegi, i premi di maggioranza e la ripartizione dei seggi. L’unica cosa che unisce tutte le proposte è proprio la parità di genere. Non c’è, dunque, alcuna necessità di battaglie personali, nonostante si possa sottolineare che l’assessora Bora – attraverso una semplice richiesta da parte della Giunta (proponente della legge) – avrebbe potuto in qualunque momento negli ultimi due anni, trascorsi i termini ordinari fissati per la conclusione dell’esame da parte della commissione, ottenere l’iscrizione in Aula della proposta, come consentito dal regolamento».
Che l’obiettivo dell’introduzione della doppia preferenza abbia caratterizzato questa legislatura lo dimostra anche l’approvazione, oltre due anni fa, da parte della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative di un Ordine del giorno, votato anche dal presidente Mastrovincenzo per la modifica in tal senso delle leggi elettorali di tutte le Regioni italiane.
«Detto tutto questo – concludono i tre esponenti Dem –, non c’è alcuna remora o alcun timore all’introduzione della doppia o tripla preferenza, ma con altrettanta chiarezza rivendichiamo l’autonomia e il diritto dei gruppi consiliari di approfondire e valutare le ricadute sui territori di qualsiasi modifica alla legge elettorale. Nonostante, infatti, il consenso sulla doppia preferenza sia unanime, sulle modalità in cui questa modifica debba agire e sulle ricadute che essa debba avere ci sono vedute differenti tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione. Nessuna pressione e nessun ultimatum. Bene la parità di genere che però paradossalmente non divenga un limite alla meritocrazia a prescindere che si parli di donne o di uomini».
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