James Joyce, “Finnegans Wake” all’Ospitale
Labirinti linguistici
FINNEGANS WAKE
di James Joyce
raccontato dai traduttori
Enrico Terrinoni
e Fabio Pedone
(Università di Perugia)
che conversano con
Filippo Massacci e
Vincenzo Maria Oreggia
Giovedì 29 novembre, ore 21.15,
Ospitale Casa delle Associazioni,
Paese alto di Grottammare
1. Prosegue con determinazione la XXIV stagione culturale dell’Associazione Blow Up intitolata LABIRINTI FAMILIARI: Giovedì 29 novembre alle ore 21.15, presso il nuovo spazio dell’Ospitale, Casa delle Associazioni, al paese alto di Grottammare, si svolgerà uno straordinario approfondimento letterario dedicato a James Joyce e alla sua opera più criptica, sperimentale e affascinante: “FINNEGANS WAKE”. A parlarne saranno Enrico Terrinoni e Fabio Pedone, che proseguendo il lavoro iniziato precedentemente da Luigi Schenoni, per primi in Italia porteranno a compimento la traduzione di Finnegans Wake entro il 4 maggio 2019, ottantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo. Finnegans Wake è l’ultimo testo di James Joyce, pubblicato a Londra nel 1939, in cui la tecnica del “flusso di coscienza” viene ancora più accentuata rispetto all’Ulisse. “Libro della notte”, prosecuzione del viaggio nell’animo umano iniziato con quel “libro del giorno” che è l’Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come scrisse Umberto Eco: «Ogni avvenimento, ogni parola si trovano in una relazione possibile con tutti gli altri ed è dalla scelta semantica effettuata in presenza di un termine che dipende il modo di intendere tutti gli altri. Il “senso” di quest’opera ha la ricchezza del cosmo, e l’autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo – degli spazi e dei tempi possibili».
2. Come spiegano Terrinoni, professore ordinario di Letteratura inglese all’Università per stranieri di Perugia e Pedone, critico letterario, «dopo aver affrontato separatamente ogni brano ed esserci poi revisionati a vicenda, abbiamo iniziato un lungo ping pong di idee, proposte, compromessi: la versione finale ha continuato a cambiare fino all’ultimo. Perché tradurre vuol dire provare e fallire, diceva Beckett, riprovare e fallire sempre meglio. Ed è impossibile mettere la parola fine a un testo che in ogni parola condensa più significati, irradia allusioni sorprendenti, reinventa la lingua. Un testo che offre una sconfinata libertà interpretativa». A conversare con i traduttori ci saranno il librofilo Filippo Massacci e lo scrittore Vincenzo Maria Oreggia che cercheranno di condurci nel labirinto linguistico di questa grande opera letteraria, ma che ci faranno anche esplorare la figura complessiva dell’autore Joyce.
L’ingresso è gratuito con tessera-abbonamento alla Federazione Italiana Cineforum 2018-2019, rilasciata dall’Assocazione Blow Up al costo di 10 euro e che può essere sottoscritta rapidamente all’ingresso. La tessera F.I.C. consentirà di partecipare liberamente a quasi tutte le iniziative del ricco calendario della rassegna.
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