18 anni dell’Osteria Ophis, una eccellenza tutta offidana
Offida – L’Osteria Ophis compie 18 anni e ottiene, annualmente, dei riconoscimenti a livello italiano. Se la bravura dello chef si è diffusa grazie al passaparola dei suoi clienti, ormai il nome di Daniele Citeroni Maurizi è scritto nelle più famose guide e riviste di settore.
Tra queste: Touring club come buona cucina; Un bacio su Bibenda; La Chiocciola Slow Food (unica nel Piceno); Tre gamberi per la guida ristoranti d’Italia del Gambero Rosso (unico in tutte le Marche).
Per il 2019 Citeroni può vantare anche la menzione del Golosario di Gatti Massobrio e della Guida dell’Espresso dove ha ricevuto 1 Cappello e il grande riconoscimento di Trattoria dell’anno, che viene conferito annualmente a 2-3 attività ristorative italiane.
“La Città di Offida – commenta il vice Sindaco Isabella Bosano – non può che essere orgogliosa per questi 18 anni di attività di un grande chef come Citeroni. Nella sua Osteria non si va semplicemente a cenare ma si fa un vero e proprio percorso degustativo di sapori piceni, che lo chef interpreta con maestria. Nei suoi piatti torna a nuova vita tutta la nostra tradizione. I premi ricevuti sono il giusto compenso per i suoi sforzi. Ne arriveranno altri, ne sono sicura. A nome di tutta l’Amministrazione, auguro un buon compleanno a Ophis, un’eccellenza tutta offidana”.
Per i risultati ottenuti, Citeroni ringrazia i produttori locali dai quali si rifornisce quotidianamente:
“Se ci cena da Ophis si scelgono di fatto le 22 aziende a cui faccio riferimento, tranne 3 sono tutte Picene e marchigiane. Quindi se si parla di Ophis non si fa solo la felicità del proprietario o dello staff ma di una sinergia che dura da 12 anni: la cosiddetta filiera”.
A questo proposito Citeroni si auspica che nel prossimo futuro anche la stampa locale, così come avviene in altre zone d’Italia, dia la giusta valenza alle aziende che fanno sistema e valorizzano il territorio. “Non abbiamo nulla da invidiare a zone più blasonate d’Italia, per diversità e qualità, ma facciamo fatica a comunicarlo. Io continuerò a credere sempre nel Piceno, che sarà sempre il protagonista dei miei piatti. Esporterò le sue tradizioni ovunque, ogni volta che mi capiterà di uscire dai suoi confini”.
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