Mam, Museo d’Arte sul Mare: la storia – 16

LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 16 (L’anno della Street Art)

di Piernicola Cocchiaro

 

 

San Benedetto del Tronto, 2019-01-20 – Di seguito le foto delle opere del MAM realizzate durante la sedicesima edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2012 e la loro storia.
Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’ tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro.

 

 

Pittura & Scultura Viva 2012

Scultura Donna e la Street Art

 

Il 2012 segnò una svolta radicale nella storia di Scultura Viva. Per la prima volta infatti, oltre che di scultura il simposio si occupò anche di pittura murale. L’idea mi venne durante la precedente edizione, quando mi accorsi della presenza nel terzo tratto del molo sud, di ben 66 enormi blocchi di cemento. Ogni blocco era di circa due metri per due metri e tutti e 66 erano allineati al lato della passeggiata con le facce che si affacciavano su di essa.
“Chissà che spettacolo sarebbe vederli dipinti”, mi dissi “e chissà che spettacolo sarebbe vederli dalle barche che escono dal porto.” Non esitai un attimo, presi la mia macchina fotografica e scattai una decina di fotografie, con l’intenzione di inviarle a tempo debito agli street artists che avrei contattato in autunno inoltrato, per chiedere la loro disponiblità a partecipare alla 16^ edizione di Scultura Viva.
Per l’occasione mi inventai una nuova veste grafica del nome del simposio che si sarebbe chiamato ancora Scul.tura Viva, in memoria delle quindici edizioni precedenti, ma che vedeva l’aggiunta di un punto di separazione tra Scul, che erano le prime quattro lettere di Scultura e tura, che erano le ultime quattro lettere di pittura.
Quell’anno non c’erano problemi economici, perchè durante l’inverno, partecipai e vinsi, con un progetto che riguardava l’edizione 2012 e 2013 di Scul.tura Viva, il bando di concorso che la Fondazione Carisap di Ascoli Piceno aveva bandito a supporto di una manifestazione artistica di rilievo, che avrebbe interessato tutto il territorio. Il premio fu molto consistente e non solo mi permise di realizzare una ricca edizione, portando il numero dei partecipanti al simposio dagli usuali sette a dieci, ma permise anche al Comune, per la prima volta, di sostenere l’evento con un finanziamento molto ridotto.
Le richieste di partecipazione alla sezione Scultura erano tante e riguardavano soprattutto scultrici, così mi venne in mente l’idea di invitare cinque donne e di intitolare il simposio “Scultura Donna”. Invitai la scultrice italiana Simona De Lorenzo, la serba Masa Paunovic, l’ungherese Beata Rostas, la neo zelandese Renate Verbrugge e la statunitense Carole Turner. L’idea di Scultura Donna fu assolutamente vincente e si guadagnò non solo i complimenti della stampa, ma anche querlli della Commissione Pari Opportunità provinciale.
Alla sezione Pittura Murale invitai una già affermata street artist italiana, uno spagnolo, un francese, un altro italiano e un giovane locale alle prime armi. Non fu facile trovarli, ma soprattutto non fu facile gestirli, perchè a differenza degli scultori, gli street artists erano più sregolati. Ricordo infatti che un giorno fui chiamato dall’albergatore che li ospitava e che si lamentò con me perchè rifacendo la camera, aveva trovato i cuscini del letto dello spagnolo, sporchi di vernice spray nera. Così quella sera, costretto a recitare la parte del direttore organizzativo severo, lo andai a trovare in albergo, lo rimproverai davanti all’albergatore e gli feci consegnare i soldi per i cuscini nuovi.
Oltre però all’idea di Scultura Donna e del coinvolgimento della street art, l’edizione di quell’anno fu caratterizzata anche dalla presenza alla Palazzina Azzurra, in aggiunta alle opere degli artisti partecipanti, di un originalissimo workshop ed una altrettanto originale mostra.
Nobushige Akiyama, l’artista giapponese che partecipò e coordinò nel 2010 il simposio del gemellaggio artistico tra San Benedetto e Tokoname, oltre che essere un bravo scultore era infatti anche uno studioso esperto della carta giapponese tradizionale washi e oltre che lavorare la pietra, realizzava bellissime sculture in carta giapponese. Così lo invitai a partecipare a Scul.tura Viva 2012, come artista ed esperto nella produzione della carta washi.
Il piano terra della Palazzina Azzurra era tutto dedicato a lui che ogni pomeriggio, aiutato dalla moglie e circondato dalle sue bellissime sculture, faceva una dimostrazione al pubblico delle varie fasi di produzione della carta giapponese tradizionale. Come era prevedibile, la sua mostra ed il suo workshop ebbero un ottimo successo e questo, oltre ad incremenentare la nostra amicizia, aumentò ancora di più il suo amore per il simposio e per San Benedetto.
Quella di quell’anno, fu un’edizione molto interessante, che comunque diede uno scossone importante al simposio divenuto ormai troppo ripetitivo e che aprì la strada alla Street Art, che due anni dopo si sarebbe estesa con Zed1 alla città . Non solo, ma quello fu l’anno in cui la Strada di Jonathan, come era chiamata la passeggiata del molo sud, in considerazione del fatto che ormai le opere tra scultoree e pittoriche presenti erano oltre 120, prese il nome di MAM, Museo d’Arte sul Mare.
L’idea mi venne a primavera, prima di tornare in Italia. Intorno a marzo studiai il nome che avrebbe avuto il museo e subito dopo disegnai il logo, che inviai a Fabrizio Mariani per una sua opinione professionale ed al direttore dell’Assesssorato alla Cultura del Comune di San Benedetto, che poi trovò i fondi per realizzare e fissare su una palina all’ingresso del molo sud la targa con il nome ed il logo del MAM prima della sua inaugurazione.
Questa avvenne lo stesso pomeriggio della cerimonia di chiusura di Scul.tura Viva. Ricordo che la mattina mi feci dare dalla segreteria del sindaco la bandiera tricolore che sarebbe servita per coprire la targa e nel pomeriggio, quando arrivarono al molo sud il Sindaco e l’Assessore alla Cultura, Peppino, il mio fedele aiutante di campo, fece scivolare la bandiera scoprendo la targa.
I fotografi, che erano là in attesa, immortalarono la scena e il giorno dopo tutti i giornali riportarono la notizia dell’inaugurazione a San Benedetto del Tronto, del MAM, Museo d’Arte sul Mare.
Era il 23 giugno del 2012.

MAM, Museo d’Arte sul Mare

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